Ottenere un prestito senza busta paga a garanzia può essere difficile. Questo giustifica il boom di richieste per i prestiti su pegno, una formula che trova terreno fertile di sviluppo in un periodo di grave crisi economica e occupazionale come quello attuale. Il credito su pegno, da tempo affermato negli Stati Uniti, sta quindi prendendo gradualmente piede anche in Italia: sempre più istituti di credito propongono questa formula che non tiene conto di protesti o di garanzie come la busta paga.
Prestito su pegno, come funziona
La durata del prestito su pegno varia da tre mesi a un anno. La polizza pegno al portatore è la copertura assicurativa che permette al debitore, una volta onorato il prestito, di riscattare il proprio bene. E’ anche possibile, in base alle esigenze, posticipare il riscatto dietro pagamento dei diritti di custodia all’istituto di credito. Una formula diffusa che sembra funzionare senza troppe conseguenze: Claudio Donelli, direttore di Unicredit del Monte dei Pegni, fa notare che soltanto il 5% dei beni finisce all’asta per insolvenza.
Prestito su pegno, chi può richiederlo
Non ci sono requisiti particolari per l’accesso al credito su pegno, salvo chiaramente la maggiore età. Per richiedere un prestito su pegno sono sufficienti un documento di identità valido, codice fiscale e la documentazione del bene che si desidera impegnare. Le pratiche burocratiche sono snelle quindi il prestito viene concesso velocemente. L’importo concesso varia in misura al valore del bene offerto in garanzia. L’istituto si riserva il diritto di svolgere indagini sul bene per escluderne la provenienza illegittima. .