Titoli di stato europei, nuovi minimi: BTP 2,30% e Bund 0,87%

I decennali governativi tornano a correre in previsione di una nuova recessione europea. Rendimenti a picco anche in Portogallo e Irlanda
10 anni fa
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Sembra che gli investitori non sappiano più che pesci pigliare dopo le fosche previsioni di crescita fatte dalle banche centrali americana ed europea. La corsa al ribasso dei rendimenti del comparto governativo europeo prosegue di riflesso a quella dei Treasury statunitensi. A godere maggiormente dell’effetto traino sono i Bund tedeschi, il cui rendimento decennale ha aggiornato il minimo storico allo 0,8637% di concerto a quello dei T-bond a 10 anni, sceso al 2,298%, sui minimi da giugno 2013. Dalle minute della riunione di settembre del Fomc infatti è emersa preoccupazione per il possibile impatto sugli Usa del rallentamento della crescita globale, specialmente in Europa, Giappone e Cina.

Inoltre i funzionari della Fed hanno espresso timori per il forte apprezzamento del dollaro. I porti sicuri del comparto governativo sono attraenti, visto che la debolezza dell’Eurozona probabilmente rallenterà la Fed nel percorso verso il rialzo dei tassi, osserva Grant Peterkin, bond portfolio manager di Lombard Odier, una private bank svizzera. “C’è ancora molta liquidità nel sistema e c’è ancora il rischio che l’area euro esporti disinflazione nel resto del mondo”, avverte.   BTP decennale sotto il 2,30%   [fumettoforumright]Il movimento ribassista sta interessando anche i periferici, con il rendimento dei Btp a 10 anni al 2,29% e quello dei Bonos al 2,06%. I rispettivi spread rispetto ai titoli tedeschi si attestano a 141 pb e 118 pb. Intanto sul fronte valutario, il dollaro sta recuperando parte delle perdite post-minute rispetto a euro e yen, con i cambi rispettivi ora a 1,2736 e 107,79. Il tono accomodante del Fomc ha innescato le prese di profitto sul dollaro, con il rischio che i cambi euro/usd e gbp/usd salgano ulteriormente e che il cross usd/yen si deprezzi, notano gli analisti di Barclays, precisando però che il trend rialzista del biglietto verde resta intatto. Di conseguenza, delle mosse sopra 1,30, 1,6290 e sotto 106,10 forniranno livelli migliori di acquisto della divisa, in vista di ulteriori apprezzamenti, concludono gli esperti.
  Rendimenti a picco anche in Portogallo   In forte contrazione anche i rendimenti dei titoli di stato portoghesi. Lisbona ha assegnato ieri un miliardo di euro di bonos con una nuova emissione a scadenza giugno 2020 collocata al rendimento medio di 1,8171%. La domanda degli investitori è stata robusta e inattesa con un rapporto di copertura dell’asta è pari a 1,8%. Per tale collocamento il Portogallo prospettava un importo in una forchetta tra 750 milioni e un miliardo. Su un titolo del Tesoro a scadenza sei anni Lisbona non ha mai corrisposto un tasso inferiore all’odierno.   Minimo storico anche in Irlanda   I Gilt dell’Irlanda a 10 anni hanno ricevuto una domanda solida nell’asta odierna, in quanto continuano a beneficiare di costi di finanziamento minimo a meno di un anno dall’uscita dal bailout internazionale. Nello specifico, il Tesoro irlandese ha collocato 1 miliardo euro, pari al target programmato, in Gilt a marzo 2024. Il rapporto di copertura è stato di 2,5, evidenziando l’ammontare solido delle richieste. Il rendimento invece è stato dell’1,63%, un nuovo minimo storico. Dublino è uscita dal programma di salvataggio internazionale da 67,5 miliardi di euro a dicembre. I titoli del Paese sono tra i migliori in termine di performance quest’anno, spinti dall’outlook economico in miglioramento e aiutati dalla politica accomodante della Bce. Lo spread decennale con la Germania è sceso a 78 pb dai circa 150 pb di inizio anno. A gennaio l’Irlanda ha collocato il benchmark decennale a un costo di finanziamento del 3,543%, un livello più che raddoppiato rispetto a oggi.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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