La novità più grande in tema di regime dei minimi che emerge dalla Legge di Stabilità riguarda l’innalzamento dell’aliquota dell’imposta sostitutiva al 15% dal 2015 (per scenari diversi vedi anche: http://www.investireoggi.it/imprese/regime-dei-minimi-spunta-un-emendamento-per-mantenere-laliquota-al-5/). Ma quest’ultima andrà applicata ad un reddito sottoposto ad un calcolo particolare e che può, in apparenza, sembrare complesso. Secondo il nuovo regime dei minimi il contribuente che gode di partita Iva agevolata non deve sostenere spese superiori ai 5 mila euro l’anno per lavoro accessorio, stipendi di eventuali dipendenti, collaboratori, associati, e al tempo stesso non può dichiarare importi superiori a 20 mila euro ogni anno per beni strumentali l’attività d’impresa o professionale.
Beni strumentali, calcolo nel regime dei minimi
L’articolo 9 comma 1 lettera c) fa rientrare espressamente nei beni strumentali da considerare ai fini del raggiungimento della soglia anche quelli in locazione finanziaria (sulla base del costo sostenuto dal concedente) e i beni in locazione, noleggio e comodato (rileva il valore normale). Beni ibridi o detenuti in regime di impresa, arte o professione per uso personale o familiare vanno calcolati al 50%.
Partita Iva agevolata a redditi massimi consentiti: i coefficienti per categoria
In base alla nuova normativa sui minimi, a ciascuna categoria professionale viene attribuito uno specifico tetto massimo di fatturato. A questa soglia va applicato un coefficiente. Nello specifico:
- Professionisti: ricavi 15mila euro, coefficiente 78%
- Artigiani e imprese (non alimentari): ricavi 20mila euro, coefficiente 67%
- Commercianti (ingrosso e dettaglio): ricavi 40mila euro, coefficiente 40%
- Ambulanti di alimentari e bevande: ricavi 30mila euro, coefficiente 40%.
- Ambulante di altri prodotti: ricavi 20mila euro, coefficiente 54%
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