Con la crisi economica e con la disoccupazione giovanile a livelli così alti in Europa, i tempi sono piuttosto duri, nonostante i Paesi nordici, fuori dalla crisi, fanno da traino per tutti gli altri. Il problema principale è rappresentato dai giovani che si affacciano sul mondo del lavoro con poche certezze e mille incognite sulla loro futura carriera. L’unica carta che resta da giocare a chi si affaccia per la prima volta nel mondo del lavoro e a chi non riesce a trovare un’occupazione è quella di mettersi in proprio creando un’attività dal nulla costruendo una start up.
Per realizzarsi in questo senso quello che non deve mancare, oltre alla voglia di fare, è principalmente la creatività anche se la possibilità di riuscita molto dipende dal Paese in cui si intende iniziare. Le differenze, infatti, tra Paese e Paese sono molto marcate e chi si avventura in un’attività imprenditoriale in Italia sa già che dovrà affrontare non poche difficoltà sia di tipo burocratico che sul fronte delle agevolazioni. Queste ultimi sono, soprattutto, una questione che riguarda i governi e la loro lungimiranza ad investire sui giovani. Diventa chiaro in questo contesto che al di là della voglia di fare e della creatività avviare un’attività richiede soprattutto soldi e tempo e diventa importante avere chiaro fin dall’inizio dove è meglio avviare la propria attività. Proprio per questo motivo il TMF Group stila una lista basata sul Complexity Benchmark Index, dei Paesi dove è più facile avviare un nuovo business. Quello che bisogna tener presente in ogni caso, a parte il sistema legale del Paese in questione, è sicuramente il sistema politico, quello economico e i rischi di cybersecurity.
Nelle prossime pagine vedremo quali sono i 10 migliori Paesi in cui
avviare il business e i motivi che li hanno portati nella top 10 della classifica.