Quando si parla di obbligo di POS per le imprese familiari si pensa in prima battuta ai dispositivi per i pagamenti elettronici. Senza dubbio si tratta di un tema attuale tuttavia con la sigla POS ci si riferisce anche al Piano Operativo di Sicurezza, di cui tutte le imprese, incluse quelle familiari, devono dotarsi. La legge sulla sicurezza sul lavoro prevede anche che tutti i familiari dispongano del Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) come misura antinfortunistica nel Piano stesso. A ribadirlo è stata di recente la Corte di Cassazione, IV Sezione Penale con la sentenza n.
Obbligo POS imprese familiari: la sentenza sugli infortuni sul lavoro
Alla base del processo c’era un caso di infortunio sul lavoro. La vittima era un operaio addetto alla riparazione delle lastre della copertura di un capannone. A causa del cedimento di una lastra il dipendente è precipitato a terra, riportando un trauma multiplo. In primo grado i giudici avevano condannato il datore di lavoro per non aver predisposto i dispositivi di sicurezza individuali idonei, come da previsione dell’ articolo 21 del Dlgs 81/2008 e di non aver rispettato l’obbligo di POS di cui all’articolo 96 del Dlgs. Il datore di lavoro però aveva presentato ricorso ed era stato assolto in appello. I giudici della Cassazione però, richiamando l’articolo 3. comma 12 del Testo Unico in materia di sicurezza per un’impresa familiare, hanno ribadito l’obbligo di POS e dei Dispositivi di Protezione Individuali (DPI). Per quanto riguarda nello specifico l’obbligo della redazione del POS, la Corte ha chiarito che, sebbene ad una prima lettura dell’articolo 96 del Testo Unico, questo appare riferirsi solo alla ditta affidataria e a quelle esecutrici, a ben vedere, in considerazione del fatto che l’obbligo in esame viene imposto anche quando l’impresa interessata ai lavori edili è una sola, risulta chiaro che il legislatore abbia voluto includere nell’obbligo di redazione del POS anche l’impresa a carattere familiare.