Perché la lotta ai monopoli serve, ma non nel nome dei consumatori

Vi spieghiamo perché la lotta ai monopoli è tipica delle economie liberali e per quali ragioni reali avviene.
9 anni fa
3 minuti di lettura

La prima legislazione contro i monopoli risale al 1890 e venne approvata dal Congresso americano, nota ancora oggi come “Sherman Act”. In Italia, dove la presenza dello stato in economia e, in particolare, nell’attività produttiva è stata storicamente più forte, dobbiamo arrivare fino al 1990, prima di avere le prime tracce di leggi anti-trust. La lotta contro i cartelli degli oligopoli e i tentativi di monopolizzazione del mercato è considerata propria delle economie liberali. Non tutti, però, ne hanno ben chiare le motivazioni.

Se chiedessimo a un qualsiasi uomo della strada su quale sia la ragione, per cui un governo dovrebbe combattere i monopoli, la sua risposta sarebbe nella quasi totalità dei casi qualcosa del tipo “perché fanno male ai consumatori“.

L’impostazione liberale

Uno dei principi basilari di un’economia di libero mercato consiste nel fatto che lo stato debba fungere da arbitro nella contesa tra gli interessi diversi in gioco, non dovrebbe, quindi, schierarsi in favore dell’una o dell’altra parte. Un governo sinceramente liberale non penserebbe nemmeno di legiferare in favore dell’offerta contro la domanda, ad esempio, restringendo l’accesso al mercato da parte delle imprese, né lo farebbe in favore dei consumatori contro gli offerenti. Dunque, se questo è vero, in nome di cosa avviene la lotta contro i monopoli? Non si tratterebbe di una contraddizione rispetto ai principi enunciati? Così sembrerebbe, se avvenisse sulla base della risposta comune, ma le cose stanno diversamente. Il motivo per cui i governi lottano contro i tentativi di monopolizzazione del mercato sta nel fatto che quando l’offerta di un bene o l’erogazione di un servizio è concentrata interamente nelle mani di un’unica impresa, si ha una dissipazione di benessere sociale.    

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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