Cipro, il bail in ha funzionato, ora i bond sono più sicuri

Cipro è ufficialmente uscita dalla crisi dopo l’azzeramento di azioni, bond e conti sopra i 100.000 euro
9 anni fa
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Cipro è risorta. Correva il 2013 quando la Troika impose in una notte il “bail in” alle banche cipriote. Dalla sera alla mattina furono cancellate azioni, obbligazioni e depositi sopra i 100.000 euro per un totale di 9,5 miliardi di euro. Famiglie, imprese e risparmiatori si ritrovarono sull’orlo di una crisi senza precedenti, al limite della destabilizzazione sociale. Ci furono arresti, feriti e anche qualche morto per strada, anche se di tutto questo i media non ne hanno mai parlato per non destare troppi allarmismi a livello continentale.

La cura da cavallo ha quindi rimesso a posto le finanze del sistema bancario di Cipro (non poteva essere altrimenti) e oggi, a distanza di quasi tre anni, il deficit Pil di Cipro è sceso al 106% contro una previsione del 126%. Nel 2015 il Pil è cresciuto del 1,5% e il paese non ha più bisogno di aiuti esterni, nonostante il livello delle sofferenze bancarie resti elevato e la gestione del debito pubblico anche. Il sacrificio dei ciprioti è stato enorme, ma gli investitori sono tornati a considerare Cipro come una delle mete più attraenti dell’area euro.  

Cirpo: bond più sicuri, ma a rischio esclusione QE

  In attesa del ritorno di Cipro in area “investment grade” (ora il rating è B+ per Standard & Poor’s), i prezzi delle obbligazioni sono tornati a salire. Il rendimento del bond governativo 4,25% 2025 (XS1314321941) è al 4%, mentre l’obbligazione più corta, quella con cedola 4,75% e scadenza giugno 2019 (XS1081101807) supera di poco il 3%. Ci sono più di 300 punti di differenza con il triennale italiano il cui rendimento è scivolato da poco in territorio negativo, ma se si considera che nel 2013 tali obbligazioni viaggiavano abbondantemente sotto la pari, il progresso è stato notevole. Il rendimento però potrebbe tornare a salire in futuro. Cipro, infatti, rischia di essere esclusa dal programma di acquisto di titoli sovrani della Bce dal momento che il rating del paese è in area “non investment grade”  e il programma di bailout scade alla fine di marzo.

Francoforte ha finora assicurato un’esenzione alla richiesta di una soglia minima di rating, condizionata al fatto che il paese si trovasse sotto programma di bailout. Paradossalmente quindi l’uscita di Cipro dal bailout escluderebbe i suoi titoli pubblici dal Qe. “L’eliminazione dell’esenzione sull’acquistabilità dei titoli nell’ambito del programma è una conseguenza delle regole sul collaterale e della fine del programma (di bailout)” ha detto un portavoce Bce. Tuttavia, secondo una fonte vicina alla situazione, l’effetto di una fuoriuscita dei bond ciprioti dal Qe sarebbe limitato per le banche del paese, che nel frattempo sono riuscite a migliorare la loro posizione di funding.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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