Mongolia lancia bond high yield con cedola 10%

Le obbligazioni della Mongolia offrono rendimenti elevati, ma i rischi del paese emergente non sono pochi
9 anni fa
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La Mongolia torna sul mercato dei bond con una emissione high yield da 500 milioni di dollari (Usd). Fra i paesi emergenti del continente asiatico, le obbligazioni della Mongolia sono al momento quelle più redditizie (e rischiose). Lo si evince principalmente dal risultato del collocamento, via sindacato, del titolo di stato a cinque anni che, per essere sottoscritto dagli investitori istituzionali, ha dovuto offrire un alto rendimento, vicino al 11%, con rapporto di copertura abbastanza basso (780 milioni). Il bond della Mongolia è stato infatti collocato al prezzo di 99,99 con una cedola pari al 10,875% (codice ISIN US60937GAD88).

L’obbligazione, il cui collocamento è stato curato da Credit Suisse, Deutsche Bank, ING Wholesale Banking London, JP Morgan, è quotata sulla borsa del Lussemburgo e negoziabile per importi minimi di 200.000 USD. Il rendimento del bond Mongolia 2021 riflette, al momento, le condizioni critiche delle finanze dello stato mongolo, travolto dalla crisi mineraria su cui si basa principalmente l’economia del paese. Solo due anni fa, la Mongolia riuscì a collocare alla pari bond per 500 milioni di dollari con cedola più dimezzata rispetto a oggi, ma il governo non era a corto di liquidità e l’export andava a gonfie vele. Anche il rating della Mongolia, B2 per Moody’s e B per Standard & Poor’s e Fitch, è peggiorato rispetto al 2013.  

Economia Mongolia: dalle stelle alle stalle 

  L’impetuosa crescita economia del mondo asiatico, guidato dalla Cina, richiede sempre più approvvigionamento di materie prime di cui la Mongolia, grande cinque volte l’Italia, è piena zeppa. Così le grandi riserve di carbone, oro e rame hanno attirato negli ultimi anni importanti compagnie internazionali dell’industria estrattiva avviando la Mongolia alla trasformazione dell’economia da pastorizia e agricola a industriale. Il risultato è stato che l’economia della Mongolia è cresciuta nel 2011 e nel 2012 del 17 per cento in media. Un risultato eccezionale.

L’industria mineraria – spiega Tuvshintugs Batdelger, professore dell’Università Nazionale della Mongolia – ha contribuito a guidare l’economia della Mongolia a un ritmo incredibile, ma ora c’è preoccupazione per le ripercussioni che ci potranno essere sulle altre attività industriali del paese a causa dell’aumento dell’inflazione e dal rallentamento della domanda esterna di carbone. La grande domanda nel mercato delle risorse naturali, da parte dei paesi esteri, ha fatto salire il valore del Tugrug, la valuta mongola, rendendo le esportazioni dei prodotti delle altre attività industriali più costose. Adesso, però, causa il rallentamento della crescita economica cinese e le difficoltà dell’Europa continentale, la Mongolia si trova in difficoltà, con prospettive di crescita economica per il 2016 dimezzate rispetto a 3 anni fa. I bond della Mongolian Mining Corporation con scadenza il prossimo anno (USG6264VAA01), la principale società estrattiva del paese,  sono crollati al 20% del valore nominale e si sta avviando verso la ristrutturazione del proprio debito.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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