Il giorno di valuta è la data, a partire dalla quale hanno effetto le operazioni a credito e a debito nei confronti del titolare di un conto corrente o di altro strumento emesso da una banca. Si tratta di un marchingegno, che ad oggi si è rivelato semplicemente un costo a carico del risparmiatore. Vediamo di capirne meglio. Se in data 10 maggio hai emesso un assegno, di appoggio al conto corrente della banca X, questa perderà il denaro effettivamente alla data in cui il creditore si presenterà al suo sportello per riscuotere la somma ivi indicata.
Esempio concreto
Facciamo lo stesso esempio, ma stavolta ipotizzando che in data 10 maggio, porterai alla tua banca un assegno per versarlo sul conto corrente. Sulla base delle regole riguardanti il funzionamento delle stanze di compensazione, l’istituto otterrà materialmente l’accredito il giorno seguente. Ma sempre verificando l’estratto conto, potrai accorgerti che l’accredito formalmente sarà eseguito dopo 4 giorni, se l’assegno era stato emesso “su piazza”, dopo 6 giorni, se era stato emesso “fuori piazza”. In altre parole, il giorno di valuta danneggia sempre il cliente della banca, perché l’accredito effettivo gli sarà riconosciuto successivamente alla data del versamento, mentre l’addebito gli sarà immediatamente applicato. Diverse sentenze hanno escluso in Italia, che le banche possano unilateralmente statuire simili previsioni, dovendole concordare di volta in volta con il cliente. Ma capirete bene che non capita praticamente mai.