Pensione di invalidità e indennità di accompagnamento non devono incidere sul reddito e quindi non vanno inserite nell’Isee. Renzi ha promesso di adattarsi alla direttiva europea. Ecco i retroscena e che cosa potrebbe cambiare.
Pensione di invalidità 2016: requisiti e limiti
La questione dell’irrilevanza ai fini Isee delle pensioni di invalidità e dell’indennità di accompagnamento era già stata sollevata tre anni fa: il Consiglio di Stato si era espresso in questo senso ampliando, di fatto, i margini di accesso alle prestazioni socio-sanitarie per le famiglie con un disabile di cui prendersi cura nel nucleo.
Per il recepimento effettivo della novità manca però il provvedimento ministeriale di modifica del Decreto.
Intanto molte famiglie hanno già presentato domanda di ricalcolo Isee all’Istituto di Previdenza e, in attesa di una revisione definitiva della norma per opera dell’esecutivo, il rischio è proprio quello di incorrere in un nuovo caos, perché le famiglie si troverebbero a richiedere una nuova correzione del modello.
Una situazione di incertezza che mette in difficoltà i disabili, già penalizzati sul fronte previdenziale.
Pensioni disabili: requisiti 2016
Fatta eccezione per gli invalidi all’80%, che possono andare in pensione prima rispetto ai 66 anni e sette mesi, ovvero a 60 anni e 7 mesi (55 anni e 7 mesi per le donne), e i non vedenti per cui la soglia è fissata a 55 anni e 7 mesi (50 anni e 7 mesi per le donne), la situazione non è affatto rosea. Gli invalidi dal 46 al 74% non usufruiscono di nessuno sconto sull’uscita.