Esulta la maggioranza per l’approvazione del ddl Cirinnà, quello sulle Unioni civili, che ieri è passato alla Camera con l’apposizione del voto di fiducia del governo. Un passo storico lo hanno definito i proponenti della legge, che riconosce alcuni diritti alle coppie di fatto, comprese quelle omosessuali. Un successo politico per il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, che insieme al premier Matteo Renzi si era spesa più di tutti per cercare di incassare il risultato. Aldilà delle considerazioni sul merito, però, il rischio di un boomerang per il PD è dietro l’angolo.
Cattolici PD a disagio, sarà fuga da Renzi?
Per intenderci, fino a qualche anno fa, il PD non era il punto di riferimento del mondo cattolico, anche se parte di esso lo guardava con simpatia e vi era persino dentro tra le componenti ex dc. Ma l’arrivo al governo di Renzi ha stravolto il quadro. Quel 40,8% ottenuto alle elezioni europee, infatti, non può che essere considerato il frutto di un allargamento della base di consenso del PD verso destra. Molti di quanti hanno assegnato al partito del premier la fiducia negli ultimi tempi sono cattolici, molti altri sono più vagamente conservatori, ovvero contrarie a misure così progressiste, che intaccano i valori tradizionali e mettono in discussione il modello di famiglia. Nemmeno il centro-destra berlusconiano e post-berlusconiano è mai stato clericale o cattolico nel vero senso del termine, ma tendenzialmente conservatore sì. E allora, quanto accaduto ieri potrebbe avere non pochi effetti alle imminenti elezioni amministrative di giugno, per non parlare del referendum costituzionale di ottobre.