Obbligazioni BEI in corone norvegesi, una scommessa sul cambio

I bond BEI 3,75% 2018 (XS0694615575) si negoziano su MOT per tagli da 10.000 NOK. Vantaggi e svantaggi dell’investimento in corone
9 anni fa
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Con i tassi a zero in Europa, trovare bond sicuri è diventato quasi impossibile. Soprattutto se si considerano emittenti con credenziali più che buone, come la Banca Europea degli Investimenti (BEI) che gode di rating AAA. Tanto vale, quindi, scommettere sul fattore cambio andando a investire in valute al di fuori dell’area euro, purchè non siano di paesi emergenti per alzare troppo l’asticella del rischio. Una di queste è la corona norvegese, notoriamente vista come valuta rifugio in caso di turbolenze dei mercati, ma che ultimamente ha perso terreno nei confronti dell’euro a causa del crollo dei prezzi del petrolio.

La Norvegia è infatti grande esportatore di greggio in Nord Europa e ha risentito molto del ribasso dei prezzi dell’oro nero (Brent). La corona norvegese ha quindi perso negli ultimi 12 mesi il 6,5% nei confronti dell’euro, ma il timido recupero delle quotazioni del petrolio – secondo gli esperti – dovrebbe ripercuotersi sul cambio e, in previsione, si auspica un recupero della corona. Le obbligazioni BEI in corone norvegesi (NOK) potrebbero, quindi, essere prese in considerazione per una scommessa di breve respiro sul cambio.

Obbligazioni BEI in corone norvegesi 3,75% 2018

L’obbligazione BEI in corone norvegesi (codice ISIN XS0694615575) è stata collocata sulla borsa del Lussemburgo nel 2011 per 1,75 miliardi di NOK e  corrisponde una cedola annuale del 3,75%. Collocata al prezzo di 101,03, scambia oggi a 106,9 per un rendimento a scadenza del 0,80%. L’obbligazione è disponibile anche su mercato EuroMOT per tagli minimi di 10.000 NOK, circa 1.050 euro. Il bond BEI 3,75% in corone norvegesi scade il 31 ottobre 2018 e il rimborso avverrà in unica soluzione. Non c’è dubbio che il rendimento sia basso, tuttavia è bene considerare che la corona norvegese ha perso nei confronti dell’euro più del 6,50% negli ultimi 12 mesi ed è sui minimi degli ultimi 10 anni. Il trend è in fase di rallentamento e un’inversione di tendenza potrebbe essere alle porte, soprattutto se il prezzo del greggio, da cui dipende sostanzialmente l’economia norvegese, dovesse tornare a salire.

Il guadagno scaturirebbe prevalentemente dal rafforzamento della corona, poiché – dati i prezzi del bond – il rendimento è ridotto al lumicino. Viceversa, un ulteriore indebolimento della valuta locale potrebbe comportare perdite in conto capitale e sugli interessi.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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