Spagna e Portogallo potrebbero essere sanzionati oggi dalla Commissione europea, che si riunisce a Strasburgo. Lo chiede espressamente il commissario all’Economia digitale, il tedesco Guenther Oettinger, secondo cui sarebbe in gioco adesso la credibilità delle istituzioni comunitarie, trovandosi dinnanzi a paesi che non hanno rispettato le regole fiscali concordate.
Nel dettaglio, la Spagna ha registrato nel 2015 un deficit al 5% del pil contro il 4,2% promesso, mentre il Portogallo ha chiuso il bilancio con un disavanzo del 4,4%, quando si era impegnato a scendere sotto il 3%.
Deficit Spagna e Portogallo sopra target
In teoria, i commissari potrebbero aprire una procedura d’infrazione per deficit eccessivo, che alla conclusione potrebbe portare alla comminazione di una sanzione pari allo 0,2% del pil. La misura non è mai stata adottata nella storia di Bruxelles, ma non è temuta la sanzione in sé, poca roba in termini economici, quanto il significato politico. I mercati finanziari, poi, potrebbero prendere la palla al balzo per tornare ad attaccare la periferia dell’Eurozona.
Il compito della Commissione a guida Jean-Claude Juncker sarà oggi più difficile che mai. Se chiudesse ancora una volta un occhio, il presidente rischia una delegittimazione persino formale da parte del suo principale sponsor, la Germania. In un’intervista domenicale, il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha richiamato Bruxelles a fare rispettare le regole, addebitando all’eccessiva flessibilità mostrata in questi mesi l’origine della crisi di fiducia verso le istituzioni comunitarie. Juncker non è nelle condizioni di litigare con Berlino, visto che più paesi dell’Est Europa, tra cui la Polonia, gli chiedono già formalmente le dimissioni per la cattiva gestione della Brexit.
D’altra parte, Madrid e Lisbona versano in condizioni politiche sensibili.