Disuguaglianze sociali crescenti: ecco cosa porta al feudalesimo finanziario

Denaro facile alla base della crescente diseguaglianza sociale all'interno degli stati. E' il ritorno a un sistema feudale, ma di stampo finanziario. E le istituzioni rischiano di essere sempre più delegittimate.
8 anni fa
3 minuti di lettura

A ogni appuntamento elettorale, sia esso in Europa o negli USA, il tema della crescente diseguaglianza sociale percepita s’impone nel dibattito politico. Non sono in pochi tra gli analisti a vedere in essa la ragione principale del voto dei britannici per la Brexit il 23 giugno scorso. Ovunque si voti, sembra che i cittadini si stiano rivoltando contro le loro élites. Sono molteplici le cause di questa ribellione contro il sistema e molto dipende da paese a paese. Tuttavia, è innegabile che una delle molle principali del voto protestatario sia la percezione diffusa di una società, dove le diseguaglianze sociali sono crescenti e senza che alla base di questo fenomeno vi sarebbe il merito.

Che la crisi finanziaria ed economica di questi ultimi anni sia stata determinante per l’accentuazione di questa percezione è evidente, anche perché la risposta delle principali banche centrali è andata esattamente nella direzione di accrescere le diseguaglianze sociali. Come? Vediamolo.

Denaro facile con crisi

Per evitare l’implosione del credito e lo scivolamento delle economie verso una depressione in stile 1929, le principali banche centrali del pianeta (Federal Reserve, BCE, Bank of Japan, Bank of England, SNB, Riksbank, etc.) si sono coordinate e hanno dato vita a una politica monetaria ultra-espansiva, che non ha precedenti nella storia.

Oltre ad azzerare i rispettivi tassi, gli istituti hanno anche varato misure non convenzionali, sconfinando in quelle “unchartered waters”, in acque inesplorate, le cui conseguenze non sono del tutto avvertibili nemmeno oggi, a distanza di qualche anno dalla loro adozione. La Fed, seguita successivamente dalle altre, ha iniziato ad acquistare titoli del Tesoro USA e bond privati garantiti da immobili, quintuplicando il proprio bilancio a oltre 4.000 miliardi di dollari. La BCE ha fatto anche di meglio, inserendo tra gli acquisti persino le obbligazioni private dallo scorso giugno e facendo scendere in territorio negativo i rendimenti di circa un terzo del debito sovrano quotato nell’Eurozona.

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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