E’ slittato al 21 settembre prossimo l’incontro tra governo e sindacati sulla riforma pensioni. L’esecutivo è pronto a stanziare almeno 2 miliardi di euro, una cifra quindi abbastanza vicina a quelle che sono le richieste delle parti sindacali (2 miliardi e mezzo). Come saranno investiti?
Riforma pensioni 2016, non solo APE: spunta l’ipotesi doppia flessibilità
La riforma pensioni che sarà presentata il 21 settembre ai sindacati si basa in primis sull’APE (il prestito pensionistico che prevede un anticipo sugli attuali requisiti anagrafici per il pensionamento grazie all’intermediazione di banche e assicurazioni e che il contribuente è tenuto a rimborsare in 20 anni).
Focus anche su precoci e lavoratori che compiono attività usuranti, due categorie che necessitano di tutela particolare e che, dalle precedenti riforme previdenziali, sono state ignorate o trascurate. L’idea per chi ha iniziato a lavorare prima di compiere 18 anni, è quella di riconoscere una maggiore convenzionale dell’anzianità contributiva dai tre ai sei mesi per ogni anno. Un bonus che, secondo i calcoli, nella migliore delle ipotesi potrebbe garantire una pensione anticipata di ben due anni.
Confermati anche gli interventi sulle pensioni minime
Non è da escludere che il primo pacchetto di interventi sia approvato subito: l’idea del governo è infatti quella di accelerare i tempi per consentire il decollo delle misure più urgenti già ad inizio 2017 per poi procedere, nel corso del prossimo anno, ad una riforma organica e completa punto per punto.
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