I buoni pasto, chiamati anche ticket restaurant, sono forniti ai dipendenti, sia con contratti full time che part time, dal datore di lavoro quando presso l’azienda non è presente un servizio menda.
I buoni pasto possono essere usati in bar, ristoranti e supermercati convenzionati per il pasto quotidiano.
A controllare e organizzare i buoni pasto sono le aziende che li emettono e sono utilizzati prevalentemente nelle amministrazioni pubbliche, anche se a volte ne usufruiscono anche quelle private.
I lavoratori che hanno diritto al buono pasto ne ottengono uno per ogni giorno lavorato e la loro erogazione deve essere esplicitamente descritta nel contratto di lavoro.
Buono pasto e contratto di lavoro
Contrariamente a quello che si pensa i buoni pasto possono essere fruiti anche dai lavoratori con contratto a tempo parziale ma solo se ricorrono determinate condizioni:
l’orario di lavoro deve essere compreso nella fascia dell’ora del pasto
la distanza tra l’azienda e la propria abitazione, anche in caso di orario spezzato, è troppa per permettere al dipendente di consumare il pasto a casa propria.
I buoni pasto hanno un valore compreso tra 2 e 10 euro e tale importo non è tassato e quindi, non costituiscono reddito imponibile solo fino ad un determinato valore:
- cartacei hanno un valore di 5,29 euro per ogni singolo buono
- se sono in formato elettronico il valore del singolo buono pasto è di 7 euro.
Il diritto ai voucher pasto è soltanto per le giornate effettivamente lavorate e la legge impedisce di accumulare i buoni pasto per fare la spesa ma impone che siano spesi nelle giornate lavorative, nel numero di 1 al giorno per provvedere al proprio pasto.