Emessa ieri dalla Corte europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo una sentenza che afferma che i figli possono essere riconosciuti soltanto quando c’è un legame biologico con i genitori.
Una coppia, quindi, non può riconoscere come suo un figlio se il bimbo non è stato generato senza alcun legame biologico tra i due aspiranti genitori. Questo cosa significa? Che se una coppia decide di ricorrere ad una madre surrogata, non può riconoscere il figlio come proprio poichè il bambino non avrà alcun legame biologico con la madre che vuole riconoscerlo.
“La sentenza di Strasburgo è un cambio radicale rispetto a quella di primo grado: non viene più considerata la vita familiare del bambino come da proteggere. La sentenza è stata decretata con undici voti a sei, ribaltando i cinque a due del primo grado” commenta l’avvocato Alexander Schuster su quanto stabilito dalla Corte di Strasburgo in merito alla vicenda di una coppia che, dopo aver atteso invano l’adozione in Italia, è ricorsa all’utilizzo di una madre surrogata in Russia. Il bambino, nato dal seme parterno e dall’utero della mamma surrogata Russa, non può essere riconosciuto come gihlio della coppia in questione poichè non ha nessun legame biologico con la mamma che vuol riconoscerlo come figlio.
Rigettata, quindi, la richiesta di ricorso della coppia italiana alla quale era stato sottratto il figlio avuto grazie alla mamma surrogata Russa. La coppia aveva chiesto l’affidamento del bambino ma la Corte ha stabilito che, per la poca permanenza del bambino con la coppia, non vi è violazione dell’articolo 8 della Carta dei diritti dell’Uomo (diritto al rispetto per la vita privata familiare).