Banca Mps doveva fallire. Perché è stata salvata?

Alessandro Profumo, ex ad di Mps, si domanda se è stata fatta la cosa giusta. A oggi bond e azioni sono ancora sospesi: figuraccia del governo
8 anni fa
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Banca Mps doveva fallire. Forse. Da un punto di vista strettamente contabile ed economico, la più antica banca del mondo non aveva più i benché minimi requisiti per operare e stare sul mercato. Era, di fatto, un buco nero, dissestata da operazioni finanziarie indiscriminate.

A tuonare indirettamente contro l’entourage del partito democratico (che sta andando in pezzi) e contro banchieri e governanti incapaci è Alessandro Profumo, presidente di Equita Sim ed ex presidente di Banca Mps, nel corso di un incontro con la stampa estera su “Il futuro del mercato dei Capitali a Milano“.

Profumo: Banca Mps doveva fallire

 

Io stesso mi domando se abbiamo fatto bene con Viola (all’epoca a.d. della banca, ndr) a salvare Montepaschi e non lasciarla fallire“. Secondo Profumo comunque il “fallimento sarebbe stata una sberla terribile per il Paese e per i cittadini. Ricordiamoci quanto sono costate le quattro banche salvate. Le 4 good bank sono costate tanti miliardi, Mps al momento nulla“. Rispondendo poi ad una domanda sulla pubblicazione delle liste dei debitori di Mps, Profumo ha spiegato che “se i cittadini vogliono avere questa informazione non vedo nulla in contrario ma non avrebbe dato un valore aggiunto. I grandi clienti di Mps sono ed erano molto pochi. Una delle cose interessanti è che sia stato il mondo imprenditoriale ad essere stato contrario alla pubblicazione“.

Bond e azioni Banca Mps ancora sospesi

 

A oggi, intanto, obbligazioni e azioni di Banca Mps risultano ancora sospesi in attesa di non si sa quale evento di mercato. Di sicuro non si tratta di attendere la redazione del piano industriale e finanziario, poiché quello è già pronto e non ci vogliono mesi per tirare le somme. Cos’è allora che spinge il Tesoro che presto o tardi diventerà azionista di Mps a temporeggiare così tanto? Secondo gli esperti, bloccare il titolo azionario e obbligazioni senior per 14 miliardi di euro e subordinate per altri 4,3, avrebbe il vantaggio di dirottare la speculazione che ultimamente si era accanita contro il sistema bancario italiano altrove.

Banca Mps – osservano da una primaria Sim milanese – era finita al centro del mirino di attacchi internazionale  fungeva da volano contro l’intero sistema bancario italiano. Per chi giocava al ribasso su questi titoli era diventato facile far soldi. Con il decreto salva banche (più comunemente forgiato come decreto “salva risparmio”) e la sospensione dei titoli in borsa è stato posto un freno a tutto ciò. Il rovescio della medaglia, però, è stato che molti piccoli risparmiatori (azionisti e obbligazionisti) non possono più vendere i loro titoli in portafoglio. E a distanza di due mesi dal blocco, ancora nulla si sa sui tempi di riattivazione degli scambi. Non è così che si tutela il risparmio degli italiani, come previsto dalla Costituzione.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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