Bonus e detrazioni fiscali dalla gravidanza ai primi mesi di vita del bebé: molte agevolazioni hanno nome simile ma in realtà concettualmente non sono identiche e cambiano presupposti, requisiti e modalità e tempistiche di erogazione. Per questo nella maggior parte dei casi si tratta di bonus cumulabili. Ecco cosa sapere per non perderli. Immaginiamo di essere una donna incinta di qualche mese: quali domande vanno fatte in ordine temporale? Possiamo distinguere le agevolazioni fiscali in tre categorie: per chi sta per avere un figlio, per chi lo ha avuto da poco e per chi ha figli relativamente piccoli.
Bonus mamma domani 2017: a quando le domande?
Il primo bonus riconosciuto alle donne incinta è il bonus mamma domani. Purtroppo per il momento è previsto solo sulla carta sebbene dovesse essere attivo dal primo gennaio 2017.
Bonus mamma domani 2017: quando partiranno le domande?
Dal governo però hanno assicurato che non appena si sbloccherà la misura avrà carattere retroattivo quindi chi ha avuto un figlio negli ultimi tre mesi non perderà il diritto al bonus gravidanza. In linea di massima questo bonus serve a sostenere la futura mamma nelle spese in prossimità e subito dopo il parto quindi può essere richiesto a partire dal settimo mese di gravidanza (momento considerato statisticamente meno a rischio per aborti). Non è soggetto a reddito e riconosce 800 euro una tantum.
In quest’ottica rinviamo anche alle novità previste per il congedo paternità 2017 e poi ancora a partire dal 2018 con l’estensione dei giorni di congedo.
Bonus bebè 2017: tra conferme e novità
Confermato il bonus bebè (con prospettive di rinnovo ed estensione per il futuro), che viene riconosciuto dopo il parto e per i primi tre anni di vita del bambino alle neomamme che soddisfano i requisiti di reddito previsti.
Buono asilo nido e voucher baby sitter: differenze
La similitudine dei nomi porta a fare spesso confusione tra buoni asilo nido e voucher baby sitter.
ll Bonus nido ammonta a 1.000 euro su base annua distribuite in undici mensilità: per beneficiarne, al momento della domanda, bisogna documentare le spese, l’iscrizione o la nascita di un bimbo a partire dal 2016 fino al terzo anno di età.
I voucher baby sitter invece hanno un valore di 600 euro mensili e sono riconosciuti per un massimo di 6 mesi (3 mesi, per le lavoratrici autonome e per le libere professioniste iscritte alla Gestione separata) in caso di rinuncia al congedo parentale.
Ebbene chiarite le differenze principali segnaliamo anche che questi secondi non sono più previsti dal 2018: sarà solo possibile finire i fondi a favore delle domande presentate entro il 17 marzo scorso. Lo stop è una conseguenza dell’abolizione dei voucher lavoro Inps.