A partire dal 1 maggio 2017 i lavoratori che assistono un familiare affetto da grave disabilità da almeno 6 mesi possono accedere alla pensione anticipata con requisiti diversi da quelli richiesti dalla legge Fornero.
Tali lavoratori, infatti, se assistono un familiare entro il primo grado con grave disabilità e convivente hanno due possibilità diverse per accedere alla pensione anticipata: l’Ape Sociale e la quota 41.
Vediamo nel dettaglio a chi spettano le due agevolazioni e cosa prevedono.
La volontà del governo di dare una tutela a tutti quei lavoratori che assistono familiari disabili, e che, quindi, spesso devo rinunciare al proprio lavoro per tutelare il familiare stesso, porta a due agevolazioni che partiranno entrambe il prossimo 1 maggio 2017.
Le agevolazioni per la pensione anticipata di chi assiste un familiare con grave disabilità sono valide per i lavoratori del settore pubblico, per quelli del settore privato ma anche per i lavoratori autonomi iscritti presso le gestioni speciali e presso la gestione separata.
Le due agevolazioni, volte ai lavoratori che da almeno sei mesi si prendono cura di un familiare disabile, sono l’Ape Sociale e la quota 41. Vediamo nel dettaglio quali sono i requisiti richiesti per entrambi i benefici.
Per l’Ape Social, cui i lavoratori potranno accedere dal 1 maggio 2017 al 31 dicembre 2018, sono richiesti almeno 63 anni di età e il possesso di almeno 30 anni di contributi. Il valore del contributo di accompagnamento alla pensione sarà di un massimo di 1500 euro lordi mensili (1250 euro netti) erogati per 12 mensilità fino al compimento dei 66 anni e 7 mesi (cui si aggiungeranno i futuri adeguamenti Istat) o, in alternativa, al raggiungimento dei requisiti necessari alla pensione anticipata.
In alternativa i lavoratori potranno accedere alla pensione anticipata con la quota 41, ovvero con il possesso di 41 anni di contributi indipendentemente dall’età, se hanno svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo prima del compimento dei 19 anni di età.