Bufale online: chi ci guadagna? L’inchiesta de Le Iene

Siti di bufale e catene di false notizie sui social: vi siete mai chiesti perché? Ecco chi ci guadagna e cosa hanno scoperto Le Iene
7 anni fa
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Sul web ormai è spesso difficile distinguere tra notizie vere e false: le bufale online sono all’ordine del giorno e sui canali social, tramite le catene di Sant’Antonio e i click facili di chi condivide senza verificare la fonte, trovano terreno fertile per proliferare. Vi siete mai chiesti chi ci guadagna? Le Iene se lo chiedono da un po’: ecco cosa hanno scoperto.

Il business delle bufale online, ecco quanto vale e chi ci guadagna: la verità de Le Iene

Già a febbraio scorso Le Iene si erano occupate del business delle bufale online intervistando due figure cruciali in questo mondo dell’informazione e dis-informazione online, noti sul web per essere cacciatori di bufale: Paolo Attivissimo e David Puente.

L’invito agli utenti è quello di non lasciarsi trasportare dalle reazioni emotive che una notizia genera ma di verificare sempre le fonti. La teoria sostenuta dal programma di inchiesta di Italia Uno è che, a differenza di quanto si pensa, con le bufale online si guadagna eccome, soprattutto tramite i banner pubblicitari sui siti (che spesso richiamano nel nome portali e giornali famosi per confondere l’utente). Matteo Viviani nell’ultima puntata de Le Iene andata in onda il 2 aprile è tornato sull’argomento bufale online. Il problema è che spesso queste bufale riguardano argomenti cruciali e delicati e diffonderle su internet può concorrere a generare allarmismi ingiustificati.

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Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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