Attentato Borussia Dortmund, mancata strage puntava al crollo delle azioni

L'attentato contro il Borussia Dortmund non è legato al terrorismo islamico, né ad alcuna pista ideologica, ma sarebbe frutto di una speculazione ribassista da parte di un giovane investitore. Evidentemente, puntava alla strage.
7 anni fa
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E’ stato arrestato un 28-enne con doppio passaporto tedesco e russo, tale Sergej V., in relazione all’attentato contro l’autobus che trasportava la squadra del Borussia Dortmund allo stadio per disputare la gara contro il Monaco per i quarti di finale di Champions League, l’11 aprile scorso. Tre ordigni furono piazzati nel tratto subito successivo all’albergo da dove era partita la squadra e solo per un mezzo miracolo non è stata strage. A riportare, per fortuna, solo ferite lievi era stato il difensore 26-enne spagnolo Marc Bartra, ma l’incontro fu rinviato.

La pista iniziale ha portato subito al terrorismo islamico, anche per effetto di tre lettere di rivendicazioni di sedicenti gruppi vicini all’ISIS. Si era anche parlato di una possibile pista di estrema destra, a seguito di tensioni tra la società e la curva dei tifosi.

E, invece, la realtà emersa in queste ultime ore appare molto più grottesca. Il presunto attentatore avrebbe piazzato gli ordigni contro il Borussia Dortmund per speculare al ribasso contro le azioni del club sportivo. Si è scoperto che nello stesso giorno dell’attentato, utilizzando l’IP dell’hotel Arrivée, distante 7 km dallo stadio in cui si sarebbe dovuta disputare la gara, l’uomo risulta avere acquistato 15.000 contratti di opzioni put sulle azioni della società calcistica con scadenza 17 giugno 2017, pari a un controvalore di 78.000 euro, ma che nel caso di crollo delle quotazioni avrebbero potuto rendere fino a un massimo di 3,9 milioni di euro. Ad aiutare Sergej sarebbero stati altri due uomini, sulle cui tracce sarebbe la polizia tedesca. (Leggi anche: Opzioni put, come funzionano e quando conviene esercitarle)

Cosa sono i contratti put

Che cosa sono i contratti di cui parliamo? Si tratta del diritto (non l’obbligo) di vendere le azioni a una certa data e a un prezzo determinato.

Chi acquista tali diritti spera che il prezzo dei titoli sottostanti scenda, perché così potrà acquistarli a un costo inferiore rispetto a quello a cui ha stipulato di poterli rivendere. Stando alle poche informazioni emerse, pare che il presunto attentatore avesse acquistato le opzioni put con leva 1:50, ovvero puntando appena il 2% del valore relativo alla scommessa, salvo incassare 50 volte tanto nel caso di successo.

Evidentemente, l’uomo confidava nell’azzeramento delle azioni del Borussia Dortmund, ovvero puntava essenzialmente a una strage. Il titolo del club sarebbe certamente crollato a zero, nel caso malaugurato di morte di gran parte dei calciatori della squadra. Un’operazione cinica, che lascia letteralmente sgomenti. I calcoli di Sergej non si sono rivelati esatti. Le azioni del club sono cresciute dell’1,8% nella seduta successiva all’attentato, anche se da allora sono in calo dello 0,4%, dopo che i giallo-neri sono stati eliminati dai monegaschi e non accederanno alla semi-finale di Champions. (Leggi anche: Opzioni, cosa sono questi contratti derivati)

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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