iPhone spento da WeChat in Cina, perché Apple dovrà temere il colpo

L'iPhone di Apple subisce un arresto in Cina, dove si sviluppano concorrenti temibili. Tim Cook dovrebbe fare attenzione a WeChat, l'app che spopola tra i cinesi.
7 anni fa
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L’ultima trimestrale di Apple esibisce una solidità di fondo della società, ma che nel periodo gennaio-marzo di quest’anno ha venduto 50,8 milioni di iPhones nel mondo, lo 0,8% in meno su base annua, maturando ricavi per 52,9 miliardi. Ad avere colpito il prodotto di punta di Cupertino è stato il tonfo del 14% delle vendite in Cina. Che sia dovuto al rallentamento in corso della crescita nella seconda economia del pianeta o ad azioni restrittive da parte di Pechino contro le importazioni di prodotti tecnologici americani? Dopo tutto, il governo cinese aveva anche minacciato lo stop alle vendite di iPhones, in risposta ai dazi ventilati dal presidente Donald Trump.

Niente di tutto questo, perché il problema per Tim Cook è ben più serio e si chiama WeChat. (Leggi anche: Vendite iPhone deludenti, ma Apple potrebbe salvare la Grecia)

WeChat è un’applicazione di punta di Tencent, un gigante dei social media da 300 miliardi di dollari, e alla fine del 2016 vantava in Cina la cifra monstre di 889 milioni di utenti mensili (+28% sul 2015), nonostante al di fuori dei confini nazionali sia per lo più sconosciuta. Spiegare cosa sia l’app non è facile, perché non ha un vero equivalente nel resto del mondo, oltre che in Cina stessa. Potremmo definirla per certi aspetti una sorta di Whatsapp, offrendo un servizio di messaggistica istantanea, ma coprendo praticamente tutti gli aspetti della vita quotidiana, consentendo tra le altre cose di effettuare anche pagamenti non in contanti e senza carta di credito, di parlare con altri via voce, di verificare il posizionamento degli altri utenti tramite GPS, di prenotare un taxi o di condividere con qualcun altro un tragitto in auto, di pubblicare articoli e di conoscere in tempo reale quanti “likes” ha riscosso e tanti altri servizi anche offline.

WeChat non ha rivali diretti in Cina

Mediamente, un utente su due in Cina passa su WeChat circa 90 minuti al giorno, un tempo elevato, se si considera che tutte le applicazioni di Facebook, esclusa Whatsapp, impegnano mediamente un utente non più di un’ora al giorno.

In patria, nessun altro competitor può dirsi allo stesso piano, perché Baidu si concentra perlopiù sulle ricerche online, mentre Alibaba è un sito di e-commerce. WeChat racchiude in pò tutti questi servizi, anche se non è leader in tutti i campi, considerando che Tencent detiene solo 8 milioni di utenti mensili che fanno uso del servizio mapping, contro i 200 milioni di Baidu e Alibaba con le rispettive apps. (Leggi anche: WeChat: addio sms, adesso si conversa gratis)

Pur essendo stata l’app lanciata solo nel 2013, oggi consente già a Tencent di possedere una quota di mercato del 37% in Cina per i pagamenti mobile, superata solo dal 55% di Alibaba, che qui è un colosso senza pari, corrispondente a quello che nel resto del mondo rappresenta Amazon.

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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