General Electric: nuovi bond a tasso fisso e variabile sul Mot

Le obbligazioni General Electric a tasso fisso (US36962GW752) e variabile (US36962G6F61) sono negoziabili per importi di 1.000 Usd
8 anni fa
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General Electric sbarca su Borsa Italiana con due bond in dollari. Si tratta di due vecchie emissioni in dollari, una a tasso fisso e una a tasso variabile, collocate dal colosso statunitense sul mercato internazionale e ora disponibili anche sul circuito regolamentato domestico ExtraMot gestito da Borsa Italiana.

 

Obbligazioni General Electric a tasso fisso e variabile

 

Più in dettaglio, i due nuovi bond General Electric sono il General Electric Co. 2026 a tasso variabile da 950 milioni di Usd emesso nel 1996 con scadenza trentennale (Isin US36962GW752) e il General Electric Co.

2022 a tasso fisso del 3,15% da 2 miliardi di Usd emesso nel 2012 con scadenza decennale (Isin US36962G6F61). Entrambe le obbligazioni sono senior unsecured e godono di rating “investment grade” AA- per Standard & Poor’s e Fitch e A1 per Moody’s. Il bond a tasso fisso corrisponde un coupon del 3,15% su base semestrale il 7 marzo e 7 settembre di ogni anno, mentre quello a tasso variabile paga interessi su base trimestrale secondo l’andamento del Libor a 3 mesi maggiorato del 0,38%. Il rimborso è previsto in unica soluzione a scadenza per entrambi i bond. Al momento il rendimento del bond General Electric a tasso fisso si attesta intorno al 2,50% a fronte di un prezzo di acquisto a 103,50, mentre quello a tasso fisso sfiora il 3% per un prezzo indicativo di 98,10%. Taglio minimo di negoziazione: 1.000 Usd.

Primo trimestre con profitti in crescita per General Electric

 

General Electric ha chiuso il primo trimestre con profitti in crescita e superiori alle attese degli analisti nonostante il continuo impatto negativo del business dell’Oil&Gas. Nel complesso il trimestre e’ stato chiuso con un utile netto di 653 milioni di dollari, contro i 228 milioni di un anno fa. L’Eps, anche grazie al minor numero di azioni in circolazione per effetto del programma di buy-back in corso, e’ salito da 1 centesimo a 7 centesimi.

I ricavi sono calati dell’1% a 27,66 miliardi ma sono comunque risultati superiori ai 26,41 miliardi delle aspettative del mercato.La multinazionale di Boston sta iniziando a beneficiare dell’ampio programma di taglio dei costi. Lo scorso marzo sono stati promesse riduzioni per 1 miliardo di dollaro per le spese industriali nei prossimi due anni, a fronte dei 500 milioni indicati a gennaio dall’amministratore delegato Jeff Immelt.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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