Per chi lavora a partita IVA la fattura è il documento fondamentale per il calcolo del reddito e delle entrate. Nascondere o distruggere una fattura volontariamente, e di conseguenza occultare l’introito corrispondente, configura reato di distruzione o occultamento.
Fattura persa, come rifarla
In caso di fattura smarrita, il documento può essere riprodotto senza problemi ma è fondamentale ovviamente, per ragioni di contabilità, rispettare data e numerazione. Ma se nel frattempo si è soggetti ad accertamento fiscale e non vengono trovate alcune fatture cosa si rischia? Nei giorni scorsi la Cassazione è intervenuta proprio su un caso simile e i giudici hanno concluso che: non si configura reato di occultamento e distruzione delle scritture contabili se l’imprenditore può ricostruire con altri documenti il risultato economico.
Fatture nascoste o emesse, quando è reato e cosa si rischia
Affinché si configuri il reato di occultamento e distruzione delle scritture contabili è richiesto il cd dolo specifico, ovvero una appurata volontà di evasione fiscale. Cosa rischia il contribuente? La legge dispone che, “salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, ovvero di consentire l’evasione a terzi, occulta o distrugge in tutto o in parte le scritture contabili o i documenti di cui è obbligatoria la conservazione, in modo da non consentire la ricostruzione dei redditi o del volume di affari”.
Se manca questo intento fraudolento, ed è possibile porre rimedio ricostruendo la contabilità delle fatture perse, rubate o distrutte accidentalmente, non si configura reato. Se si tratta di furto però bisogna sporgere denuncia contro ignoti ai carabinieri.
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