Il lavoratore con il figlio a casa malato ha diritto all’assenza da lavoro? Con quali limiti e quali documenti servono?
A quale genitore che lavora non è capitato di svegliarsi e scoprire che il figlio ha la febbre e non può andare a scuola o di essere contattato proprio in orario di ufficio dall’istituto scolastico perché il bambino non sta bene? In questo ultimo caso è necessario prendere un permesso (che però non è retribuito, salvo disposizioni diverse previste espressamente dal contratto collettivo nazionale).
Figlio malato, permesso lavoro per il genitore: cosa sapere
Il congedo per malattia del figlio è un permesso non retribuito che spetta per legge, alternativamente, alla madre o al padre (anche adottivi).
Sono richiesti i seguenti documenti:
- dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che esclude che anche l’altro genitore stia ricorrendo allo stesso permesso;
- certificato di malattia rilasciato dal medico specialista del Servizio sanitario nazionale o al medico di famiglia con esso convenzionato. Sarà quest’ultimo (e non il lavoratore) ad inoltrare il certificato all’Inps.
Il Testo Unico sulla maternità/paternità prevede anche dei limiti:
- se il figlio ha meno di tre anni tutta la durata della malattia senza giorni massimi;
- se il figlio ha un’età compresa tra 3 e 8 anni al massimo 5 giorni lavorativi l’anno.
Visto che, chiaramente, il bambino non è un dipendente, non sono previsti controlli fiscali qualora il genitore stia a casa per assistenza. E da qui, come ha confermato la giurisprudenza, deriva anche un concetto importante: nella definizione di malattia del bambino non rientra solo la fase acuta della stessa ma anche gli eventuali giorni di convalescenza necessari.
Chiudiamo con un ultimo caso particolare: quello della fruizione dei permessi per malattia del bambino iniziata in concomitanza con l’astensione facoltativa. In questa circostanza è ammessa la sostituzione del titolo dell’assenza: la legge, quindi, non prevede divieti di cumulo dei due istituti.
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