Guerra allo zucchero: industria alimentare taglia dosi per cibi e bevande

Meno zucchero in cibi e bevande. L'industria alimentare si adegua alle leggi e al cambio di preferenze dei consumatori e il prezzo della materia prima crolla del 20% quest'anno.
8 anni fa
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Troppo zucchero fa male. Ne sanno qualcosa gli americani, che ne consumerebbero una media di 22 cucchiaini al giorno, circa il doppio dei 12 consigliati dai nutrizionisti, i quali spiegano che dovrebbe incidere per non più del 10% delle 2.000 calorie di una dieta ordinaria. D’altra parte, il palato dei consumatori di tutto il mondo si è abituato al gusto dolciastro di cibi e bevande e tagliare il contenuto di zucchero è diventata un’operazione abbastanza complicata e con più di qualche rischio per i colossi alimentari.

Eppure, con svariati governi a tassare bevande gassate o cibi ad alto contenuto di zuccheri, l’industria sta ricorrendo ai ripari. Obiettivo: rendere i prodotti più salutari, ma senza incidere sul gusto.

E’ così che la catena di supermercati olandese Albert Heijn ha condotto “blind test” sui suoi clienti più giovani, quelli di età compresa tra 6 e 12 anni, ai quali dopo essere stati bendati è stato chiesto un giudizio su due tipi di yogurt: quello già in commercio e una sua alternativa con minore contenuto di zucchero. Risultato? La maggioranza delle giovani “cavie” ha preferito la nuova proposta, pur ignorando che si trattasse di una soluzione meno dolce. (Leggi anche: Zucchero fa male alla pressione alta)

Corsa dei colossi alimentari a ridurre contenuto di zucchero

E’ proprio quello a cui ambiva la catena, ovvero a formulare una proposta più salutare, senza che il cliente fosse indotto a cambiare prodotto in base al pregiudizio per cui meno zucchero equivale a minore gusto. Una volta tanto, quindi, servirebbe tenere il cliente all’oscuro della scelta salutista.

Quello di Albert Heijn non è l’unico tentativo di commercializzare prodotti con meno zucchero. La Nestlè, il gigante elvetico dell’industria alimentare, punta sulle tecnologia per alterare la struttura molecolare dello zucchero, in modo che ne serva di meno per addolcire cibi e bevande. Coca Cola e Pepsi Cola stanno riducendo le quantità su almeno una dozzina dei loro prodotti.

In particolare, è negli USA che i colossi alimentari vengono messi alle strette negli ultimi anni, con diversi stati a imporre tasse sui prodotti considerati più a rischio per la salute o veri e propri divieti di consumo nelle scuole e uffici pubblici, specie a tutela dei minori. Non è un mistero che l’obesità sia un fenomeno molto diffuso tra bambini e teenagers americani. (Leggi anche: Zucchero aumenta rischio tumore al seno)

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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