Ha fatto notizia, ma si è anche meritata qualche polemica, la trovata pubblicitaria dello stage a Carpisa. La famosa azienda di borse e pelletteria ha lanciato un concorso: con l’acquisto di una borsa si può partecipare e ottenere il posto da stagista messo in palio.
Concorso stage Carpisa: requisiti e condizioni
Il concorso per lo stage in Carpisa è riservato alle clienti under 30anni. Prima di tutto per partecipare bisogna dimostrare di amare i prodotti venduti dal marchio. Come? Semplice, comprando una borsa della nuova collezione! La candidatura, infatti, presuppone l’invio del codice stampato sullo scontrino.
Fin qui, tutto sommato, nulla di nuovo o “scandaloso”: l’idea di mettere in palio posti di lavoro in cambio dell’acquisto di prodotti (dando così un colpo al cerchio e uno alla botte) era stata già sperimentata, ad esempio, presso la Despar di Cagliari nel lontano 2009 nonché da un salumificio di Piacenza che addirittura si era impegnato ad assumere il fortunato vincitore della tombola senza fare alcun tipo di selezione dei candidati quindi.
Le polemiche sul concorso Carpisa sono polemiche contro lo stage
Perché dunque le polemiche? Ad indignare chi ha criticato l’iniziativa non è tanto l’idea alla base del concorso Carpisa (che sicuramente dimostra un’inversione di tendenza sintetizzabile emblematicamente nel “lavorare per comprare o comprare per lavorare?”) quanto la natura stessa, o meglio la deformazione avvenuta nel tempo, del concetto di stage.
Gli stagisti in Italia sono sempre più avanti con l’età (il 22% ha più di 35 anni). Ce ne sono addirittura decine che hanno più di 65 anni. Lo scopo, appare evidente in molti casi, non è formare il personale ma trovare un escamotage per risparmiare sul costo di assunzione. Il che è confermato dal fatto che raramente, a stage concluso, la risorsa viene assunta (meno di uno su 10) e spesso e volentieri viene sostituita dallo stagista successivo.