Non basta un bonus (anche se di 12 mila euro) per convincere i piloti Ryanair a rinunciare a parte delle ferie e a chiudere un occhio di fronte alle condizioni dei contratti irlandesi. Ora che il vaso di Pandora è stato scoperchiato, i piloti Ryanair vogliono prendere al volo la possibilità di far valere i propri diritti anche se la cosa, innegabilmente, sta creando disagi a chi deve viaggiare visto l’alto numero di volti cancellati. Ma, evidentemente, serve il disagio affinché si parli di certe questioni su larga scala.
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Tempi duri quindi per la compagnia irlandese leader dei voli low cost: l’Antitrust ha aperto un procedimento istruttorio ravvisando presunte pratiche commerciali scorrette nella strategia di cancellazione dei voli massiccia (circa 50 la settimana per il prossimo mese e mezzo). Qualora si dimostrasse infatti che questa impossibilità a coprire le tratte derivi da problemi di organizzazione e gestione interna già noti al vettore (e non a cause esterne che esulano dal suo controllo), si configurerebbe una violazione dei doveri di diligenza di cui all’art. 20 del Codice del consumo. E questo apre quindi la strada alle richieste dei rimborsi dei passeggeri rimasti a terra.
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