Entro quanto tempo può essere richiesta la Tari non pagata? Non esiste una risposta univoca e non stupisce quindi che la confusione tra i contribuenti sia tanta. Bisogna, infatti, distinguere in base al metodo di riscossione.
Una sentenza della Cassazione dello scorso anno (numero 1503 del 27.1.2016) ha ribadito la differenza tra i termini di decadenza nel caso di riscossione diretta del tributo da parte del Comune o per mezzo dell’Agenzia delle Entrate Riscossione.
Arretrati Tari: riscossione tramite Agenzia delle Entrate Riscossione
Se ci si affida all’Agenzia delle Entrate Riscossione per la riscossione arretrati tassa sui rifiuti, il Comune ha solo un anno di tempo per richiedere la Tari non pagata.
Alla notifica della cartella dell’Agenzia si applica, infatti, il termine di prescrizione breve di un anno e non quello ordinario per i tributi locali di tre anni. Questo perché per la riscossione della Tari non pagata, il Comune si avvale del sistema di riscossione tramite ruolo che prevede un termine di prescrizione più breve, annuale appunto. Più nello specifico l’importo del tributo, incluse addizionali, accessori ed eventuali sanzioni, viene liquidato sulla base dei ruoli dell’anno precedente, delle denunce presentate e degli accertamenti notificati e viene iscritto a cura del funzionario responsabile, in ruoli da consegnare, al concessionario che si occupa della riscossione entro un anno appunto, pena la prescrizione. Ecco perché nel caso di Tari non pagata la cui riscossione venga affidata dal Comune all’Agenzia delle Entrate Riscossione vale il termine di prescrizione breve di un anno. Eventuali cartelle dell’Agenzia di Riscossione più vecchie con richieste di pagamento della tassa sui rifiuti relativa a periodi arretrati sono da considerarsi nulle.
Per riscossioni dirette del Comune la prescrizione delle cartelle Tari resta a tre anni o meglio entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello in cui l’accertamento è divenuto definitivo.
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