‘Ryanair è l’inferno e chi può se ne scappa il prima possibile’, questo il succo del discorso di un pilota della compagnia, che ha rilasciato un’intervista (anonima – per non perdere il lavoro) a Business Insider. Quello che viene fuori dal racconto è un modello di business che fa accapponare la pelle: viviamo già una fase storica in cui i diritti del lavoro vengono costantemente smantellati, ma quanto accade nella compagnia aerea Ryanair è assolutamente incredibile. Un inferno, appunto. Ryanair ha inventato il ‘low-cost’ nel trasporto aereo, ma l’immensa ricchezza del proprietario O’Leary è connessa a una logica di sfruttamento che non dovrebbe essere ammessa in questa parte di mondo, che ritiene di essere la parte ‘civile’.
Perché Ryanair è un inferno
Vogliamo partire immediatamente dalla conclusione dell’intervista: “Non hanno chiaro che senza piloti e assistenti di volo, gli aerei non decollano. Che passeggeri e management non possono portare l’aereo. Molti di noi si stanno chiedendo: ‘Chi ce lo fa fare di restare qui?”. Perché, in definitiva, valiamo di più di così”. Si tratta di un invito agli altri lavoratori: se si sciopera compatti, o’ Leary, il vulcanico CEO di Ryanair, sarà costretto a cedere su una serie di punti. Nell’intervista, comunque, esce fuori il seguente quadro, che vogliamo raccontarvi attraverso un elenco puntato.
Come si viene assunti. Bisogna aver frequentato un’accademia aeronautica, ma poi, se si supera il colloquio, occorre pagarsi da soli un corso di abilitazione di circa 30mila euro.
Il contratto di lavoro. I piloti non vengono assunti, ma considerati liberi professionisti (una specie di partita IVA) e si viene pagati a partire dalle ore effettivamente volate – in più, è prassi che l’azienda ‘chieda’ ai propri lavoratori di rinunciare a ferie e permessi per tappare i buchi, partendo dal presupposto che “il lavoro svolto nei giorni di riposo o di ferie non viene considerato come servizio straordinario, ma viene pagato secondo le normali tariffe”.
Alcuni paradossi. L’acqua, ad esempio: il pilota racconta come la Ryanair non dia acqua ai propri piloti, che, se hanno sete, sono costretti ad acquistarla dal carrello degli assistenti di volo a 3 euro.
Ryanair mentirebbe
Nelle parole del pilota c’è vero astio nei confronti dell’azienda Ryanair: “La verità è che Ryanair ci sta facendo girare le palle con questa storia, perché scarica su di noi la responsabilità di quello che sta accadendo. Le ferie non sono mai state un problema. Il problema, in realtà, è che mancano piloti”. La verità è che c’è una fuga di piloti in atto da Ryanair: circa 700 su 4000. Sembra che il buon O’ Leary voglia scendere a più miti consigli e si sta già parlando di bonus, ma anche su questo punto, il pilota ha le idee molto chiare: “È un’esca scritta in modo intelligente e qualcuno ci cascherà, nessuno dice però che per ricevere i bonus bisogna soddisfare sei requisiti. (…). Ma siamo così sicuri che l’azienda ti permetterà di soddisfarli prima che scada il termine ultimo per ottenere i bonus?”
Non resta che vedere quale sarà la conclusione della vicenda: resta il fatto che il modello ‘low cost’ è vincente soltanto quando è gestito in maniera sana e sicura.