E’ vero che i giovani non trovano lavoro ma, in alcuni settori in particolare, è altrettanto innegabile il contrario: sono i datori che offrono posti di lavoro a non trovare giovani disposti a farli. Vengono definiti emblematicamente i “lavori orfani”.
AAA cercasi panettieri e vigilantes: i giovani non vogliono lavorare la notte
Tra i lavori artigiani che non trovano appeal sui giovani, ci sono in primi figure come quella del panettiere, del barista o del pasticcere. Aldilà della fatica manuale, quello che spaventa sono i turni di lavoro, sei giorni su sette e spesso anche notturni.
Stessa lamentela ci giunge da una grossa ditta di vigilanza di Bergamo: ogni anno assume 144 dipendenti ma il manager ammette che trovare giovani volonterosi è sempre più difficile, nonostante stipendio e condizioni contrattuali proposte siano buone.
Laureati artigiani: il futuro dei giovani nel lavoro?
Commenta questa tendenza Marina Puricelli, docente della Bocconi e autrice del libro Futuro nelle mani, “i giovani giovani italiani preferiscono andare a studiare all’estero, invece di cominciare un percorso di studi che potrebbe avvicinarli a settori della manifattura che sono ancora essenziali per la nostra economia dice. Scelgono il liceo e la laurea di stampo internazionale a scapito degli istituti tecnici e facoltà in grado di avvicinarli davvero al mondo del lavoro. Così viene di fatto ignorato quello che è diventato il modello vincente: l’artigiano laureato”. Un tempo il laureato era nell’immaginario collettivo il professionista: avvocato, medico etc. Oggi i corsi di laurea si sono moltiplicati e aprono la strada a carriere alternative. E molti giovani tornano a lavori tradizionali ma rivisitandoli in chiave moderna, alla luce delle nuove conoscenza della tecnologia e del design. Purtroppo questa tendenza sviluppata in Europa, in Italia stenta a prendere piede.
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