Buoni fruttiferi postali di Poste Italiane: differenza tra scadenza e prescrizione

Qual è la differenza tra scadenza e prescrizione dei buoni fruttiferi postali di Poste Italiane? Ecco le informazioni a riguardo.
7 anni fa
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I buoni fruttiferi postali sono uno degli investimenti più sicuri in quanto titoli emessi dalla Cassa depositi e prestiti e perché sono controllati direttamente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Essi non hanno costi né commissioni di collocamento e propongono una tassazione agevolata. Ci si chiede però quale è la differenza tra scadenza e prescrizione di essi. Ecco le info.

BFP di Poste Italiane: la prescrizione prima e dopo il 2013

I buoni fruttiferi postali sono un prodotto di Poste Italiane grazie al quale è possibile mettere da parte il proprio denaro senza incorrere in alcun rischio.

Per quanto concerne la questione della prescrizione, il Ministero del Tesoro nel 2000 ha stabilito che essi vanno in prescrizione dopo dieci anni dalla data di scadenza del titolo. Nonostante tale comunicazione, i bfp potevano comunque essere pagati dalla Cassa depositi e prestiti dopo tale periodo. Dal 2013, però, i buoni fruttiferi postali sono stati equiparati a dei veri e propri titoli di debito pubblico per cui ad essi sono state applicate le regole del codice civile riguardanti la prescrizione e la scadenza. E così dopo dieci anni va in prescrizione non solo il capitale ma anche gli interessi.

Differenza prescrizione e scadenza dei buoni fruttiferi postali

La scadenza dei bfp è la data entro la quale il buono produce gli interessi. La prescrizione, invece, è il termine ultimo entro cui il titolare del buono ha diritto al rimborso. Poste Italiane comunicano che i buoni fruttiferi dematerializzati non cadono mai in prescrizione. Essi, infatti, al momento della scadenza vengono rimborsati direttamente a coloro che li hanno sottoscritti mediante accredito o su conto corrente postale o bancario.

Tra i buoni sottoscrivibili, ricordiamo quello ordinario e quello a 3 anni Plus. Il primo è quello a tasso fisso con rendimento annuo lordo fino al 2,50% al 20° anno e con una durata massima di vent’anni con possibilità di rimborso capitale in qualsiasi momento.

Il secondo è quello per chi desidera investire a 3 anni con flessibilità di rimborso e con rendimento annuo lordo a scadenza dello 0,70%. Leggete anche: Buoni fruttiferi postali di Poste Italiane: è possibile chiedere il duplicato anche senza estremi? Il costo?.

alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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