Siamo agli sgoccioli di un 2017, che sul piano dell’economia mondiale potrebbe essere considerato interlocutorio e non certo ricco di eventi in sé determinanti, come era accaduto lo scorso anno tra crisi delle banche italiane, crollo delle quotazioni del petrolio sotto i 30 dollari al barile, elezioni presidenziali americane e timori per il commercio mondiale, specie legati al rallentamento dell’economia cinese. Vediamo, invece, quali sono stati gli eventi che hanno lasciato una loro traccia sull’economia mondiale quest’anno.
. Elezioni in Francia: il 7 maggio scorso, il candidato centrista ed europeista Emmanuel Macron trionfa alle elezioni presidenziali in Francia con i due terzi dei voti, sconfiggendo la rivale nazionalista ed euro-scettica Marine Le Pen.
. Bitcoin: il 2017 è stato l’anno del boom delle monete digitali. I Bitcoin, in particolare, hanno attirato l’attenzione dei media, degli analisti e finanche dei piccoli risparmiatori, avendo messo a segno ad oggi guadagni del 1.600% dal 31 dicembre scorso, salendo a un valore di capitalizzazione di 280 miliardi di dollari, trainando tutte le “criptomonete” a oltre 450 miliardi. Domenica scorsa, hanno debuttato a Chicago con i futures, segnando l’ingresso ufficiale dell’asset tra le stanze che contano della finanza ufficiale; (Leggi anche: La Bitcoinmania affossa l’oro?)
. Wall Street: nonostante i timori che si stia alimentando una bolla finanziaria, gli indici azionari americani sono saliti mediamente di quasi il 25% quest’anno, battendo ogni record precedente. Il Dow Jones sfondava la soglia dei 20.000 punti a fine gennaio, superando già a inizio marzo i 21.000. Ad agosto, è il turno dei 22.000, ad ottobre viene travolto pure il tabù dei 23.000 e a fine novembre persino quello dei 24.000 punti.
. Venezuela: il deterioramento dell’economia venezuelana viaggia di pari passo a quello delle condizioni politiche a Caracas, dove il regime “chavista” di Nicolas Maduro sembra persino essersi rafforzato, nonostante il crescente isolamento internazionale e le sanzioni finanziarie comminate dagli USA, le quali impediscono al paese andino di accedere al credito di società e banche americane. L’inflazione è esplosa a quattro cifre, la carenza dei beni è divenuta ancora più diffusa e preoccupante, riguardando persino generi alimentari e medicine, mentre la valuta locale è collassata letteralmente sul mercato nero, oltrepassando il cambio di un dollaro contro più di 100.000 bolivares, quando a inizio anno si viaggiava ancora sui 2.000. Poche settimane fa, lo stato ha saltato alcuni pagamenti, nei fatti scivolando in default e aprendo una trattativa piuttosto misteriosa con i creditori stranieri per la rinegoziazione di circa 60 miliardi di debito sovrano, emesso in forma di bond;
. Tapering BCE: svolta soft il 26 ottobre scorso da parte della BCE, che ha annunciato il taglio degli stimoli monetari a 30 miliardi al mese dai 60 attuali, fino almeno al settembre dell’anno prossimo, di fatto estendendo il “quantitative easing” di altri 9 mesi. I tassi rimarranno verosimilmente bassi ai livelli attuali ancora a lungo. Ciò ha indebolito l’euro sotto quota 1,20 contro il dollaro, mentre i rendimenti sovrani nell’Eurozona hanno ripiegato ai minimi da oltre un anno, giovandosi anche di un’inflazione stabilmente al di sotto del target e del consolidamento della ripresa economica nell’area ai massimi da un decennio.