Goldman Sachs emette bond a 10 anni a tasso misto. Prime cedole, 6,50%

L’obbligazione Goldman Sachs 2027 (XS1561048924) offre cedole a tasso fisso e poi a tasso variabile. Quotazione sul MOT e taglio minimo 2.000 Usd
7 anni fa
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Goldman Sachs emette nuove obbligazioni in dollari e sbarca  sul mercato telematico (MOT) di Borsa Italiana. Si tratta di titoli obbligazionari bancari senior unsecured a tasso misto in dollari USA che offrono agli investitori flussi cedolari annuali fissi per i primi due anni e poi flussi cedolari a tasso variabile fino al 2027, nonché il rimborso integrale del valore nominale a scadenza.

 

Obbligazioni Goldman Sachs fixed to floater 2027

 

Sono in negoziazione dal 20 dicembre 2017 sul circuito telematico obbligazionario italiano MOT nuovi bond emessi da Goldman Sachs Finance Corp. con scadenza 2027 (codice ISIN XS1561048924) per 95 milioni di dollari USA nominali.

I titoli sono stati collocati alla pari e fruttano interessi a tasso fisso pari al 6,50% all’anno fino al 2019 e poi a tasso variabile. Più nello specifico, il primo e il secondo anno la cedola è del 6,50%, mentre dal terzo anno in poi gli interessi verranno calcolati in base all’andamento del tasso Euribor trimestrale. In questa seconda fase, gli interessi non potranno comunque scendere al di sotto dello 1% (floor) o salire sopra il 4% (cap). Il rimborso è previsto in unica soluzione a scadenza il 20 dicembre 2027, salvo possibilità di richiamo anticipato previsto dalla clausole del prospetto informativo. Più in dettaglio, si tratta di una obbligazione bancaria senior unsecured che prevede il pagamento di una cedola annuale in via posticipata. Il bond è negoziabile sul segmento MOT di Borsa Italiana per importi minimi di 2.000 USD e gode di rating A1 per Moddy’s e A per l’agenzia Standard & Poor’s e Fitch.

 

Goldman Sachs, utili in rialzo nel terzo trimestre 2017

 

L’utile netto di Goldman Sachs è salito a 2,13 miliardi di dollari (5,02 dollari ad azione) nel terzo trimestre, battendo le attese degli analisti e nonostante l’ulteriore rallentamento del core business del trading.

I ricavi sono passati da 8,17 a 8,33 miliardi di dollari, contro attese a 7,54 miliardi di dollari e a 4,17 dollari ad azione per l’Eps.

Lo scorso mese la banca ha svelato un piano per rilanciare il core business del trading e ha generato altri 4 miliardi di dollari di ricavi da altri business, focalizzandosi soprattutto sull’attività di credito. Quest’ultima rimane, però, ancora troppo limitata rispetto a quella delle rivali. La banca ha riportato un calo dei ricavi da trading del 17%, contro il -21% di Morgan Stanley, il -11% di Citigroup e il -15% di Bank of America. I ricavi da trading di bond e reddito fisso è sceso del 26% a 1,45 miliardi di dollari in un anno e del 21% rispetto alla prima metà dell’anno. Il trading azionario ha archiviato il trimestre a -7% e 1,67 miliardi. L’investment banking ha, invece, riportato un +17%. Nonostante questo, l’attività sta rallentando, soprattutto i grandi deal che generano decine di miliardi di dollari in commissioni.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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