Buongiorno,
approfitto della Sua gentile disponibilità per rispondere ad una domanda a cui mi hanno dato una risposta evasiva e poco esauriente.
Ebbene sono disoccupata da marzo dell’anno scorso dopo mobilità. Ho 60 anni e non trovo posto di lavoro, ed ho 34 anni di contributi.
Vivo con la pensione di reversibilità di mio marito.
Mi hanno detto che per la pensione devo aspettare l’età di 63 con l’ape social, corrisponde alle vostre notizie?
Ho sentito parlare di RITA , cos’e’? Ci rientro?
La ringrazio cordialmente per il Suo graditissimo supporto, poiché ho tanta confusione.
Cordialmente.
Vediamo di capire quali sono le sue possibilità di pensione anticipata con gli anni di contributi in suo possesso e la sua età anagrafica, esaminando tutti gli strumenti che la normativa vigente mette a sua disposizione.
Ape sociale
Come le hanno giustamente dette per accedere all’Ape sociale serve aver compiuto 63 anni e occorrono 30 anni di contributi. Possono accedere alla misura disoccupati, caragiver, invalidi civili con percentuale di invalidità uguale o superiore al 74%, lavoratori usuranti (con 36 anni di contributi però).
Essendo un regime sperimentale in vigore dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018, però, non so se per quando lei compirà i 63 anni sarà stato oggetto di proroghe o reso strutturale (per saperlo dovremo aspettare la prossima legge di Bilancio a fine anno). Al momento, quindi, escluderei l’Ape sociale come possibile uscita pensionistica.
RITA
La Rendita Integrativa Temporanea Anticipata è uno strumento che permette di avere un’erogazione mensile, come nel caso dell’Ape volontario, (che altro non è che un prestito bancario), in attesa di raggiungere i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia.
La RITA fa ricorso al capitale accumulato dal lavoratore nei fondi di gestione complementare nel corso della sua vita lavorativa (dal TFR, dal contributo datoriale e dal contributo aggiuntivo del lavoratore) capitale che può essere riscosso sotto forma di rendita mensile.
Possono accedere alla Rita due tipologie di lavoratori:
a) lavoratori che cessino l’attività lavorativa e maturino l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia nel regime obbligatorio di appartenenza entro i 5 anni successivi, nonché abbiano maturato alla data di presentazione della domanda di accesso alla RITA un requisito contributivo complessivo di almeno 20 anni nei regimi obbligatori di appartenenza;
b) lavoratori che risultino inoccupati per un periodo di tempo superiore a 24 mesi e che maturino l’età anagrafica per la pensione di vecchiaia nel regime obbligatorio di appartenenza entro i 10 anni successivi.
Vi rientra, quindi, se ha versato nella sua vita lavorativa, il TFR in fondi di previdenza complementare.
Pensione anticipata
Al momento occorrono, per le donne, 41 anni e 10 mesi di contributi versati che, nel 2019 diventeranno, con l’aumento per l’aspettativa di vita, 42 anni e 5 mesi. Le mancherebbero, quindi più di 6 anni di contributi da versare per raggiungere questa forma di pensionamento.
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