Pensione anticipata e invalidità, uscita a 60 anni, tutte le alternative

Pensione anticipata e invalidità, disoccupato con 60 anni e 35 anni di contributi, quali aspettative ho? | La Redazione risponde.
7 anni fa
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Pensione anticipata e invalidità, il quesito di un nostro lettore:

Buongiorno, le scrivo in quanto purtroppo malgrado lunghe attese ai patronati, c’è confusione sulla mia posizione e pareri discordi.
Ex bancario con buonuscita a febbraio 2017, affetto da grave malattia, il mieloma multiplo, dopo trapianto autologo ad agosto 2016, sono in cura di mantenimento con terapia ogni 2 settimane.

Disoccupato ovviamente oggi, mi è stata riconosciuta invalidità pari all’85% a giugno 2016 e riduzione permanente della capacità lavorativa dal 74 al 99% e conseguentemente in colpevole ritardo da parte del sindacato, da novembre 2016 assegno ordinario di invalidità per la durata di anni tre mentre è stata respinta richiesta di pensionamento.

Ora, a giugno prossimo, dovrei effettuare nuova visita per valutare credo il grado di invalidità che credo, data la situazione, mi venga confermata.

Le chiedo gentilmente se in tale ipotesi, cioè la conferma del grado di invalidità o nel caso di un’eventuale riduzione sotto l’80% che credo mi dia diritto alla pensione anticipata a 60,7 anni, quale ventaglio di possibilità si aprono e delle quali posso usufruire.

Tenga conto che ho 58 anni essendo nato ad agosto del 1959 ed ho maturato 35 anni di contributi.
Grazie dell’attenzione.

In quest’articolo analizzeremo tutte le possibilità di pensione anticipata e benefici per invalidità.

Assegno ordinario di invalidità con valenza triennale

Hanno diritto all’assegno ordinario di invalidità (IO) i lavoratori dipendenti e autonomi, iscritti all’AGO, affetti da patologia fisica o mentale accertate dalla commissione medica Inps e non derivante da causa di servizio.

La patologia invalidante deve essere tale da provocare una riduzione permanente di 2/3 della capacità lavorativa.

L’assegno invalidità regolato dalla legge 222/1984 è una prestazione che può essere chiesta, solo dai lavoratori del settore privato e autonomi. Nel pubblico impiego è possibile essere dispensati dal servizio ed ottenere la pensione di inabilità per: mansione; per proficuo lavoro; per qualsiasi attività lavorativa.

L’assegno ordinario di invalidità non è una pensione definitiva. E’ riconosciuto per un periodo di 3 anni, ed è confermabile per periodi della stessa durata.  Dopo 3 riconoscimenti consecutivi, l’assegno di invalidità è confermato definitivamente. L’assegno ordinario di invalidità viene concesso anche se si continua a lavorare.

Il lavoratore per poter fare domanda deve avere almeno cinque anni di anzianità contributiva, anche se non sono continuativi, di cui almeno tre devono essere stati versati nei cinque anni precedenti alla cessazione dal servizio.

Assegno invalidità legge 222, con quali redditi può essere richiesto?

Pensione di vecchiaia anticipata

In particolare i lavoratori con una invalidità non inferiore all’80% possono ottenere il trattamento di vecchiaia a 60 anni se uomini e a 55 anni se donne purchè in possesso di almeno 20 anni di contributi. (Circolare Inps 35/2012).

Dal 2013 i predetti requisiti si adeguano alla stima di vita e nel triennio 2016-2018 bisogna raggiungere 60 anni e 7 mesi per gli uomini e 55 anni e 7 mesi per le donne.

Questi lavoratori, devono comunque attendere una finestra mobile di 12 mesi per ottenere il primo rateo pensionistico a differenza di quanto accade attualmente nella normativa generale che ha soppresso le finestre annuali.

Questa è attiva solo per i lavoratori dipendenti del settore privato, lavoratori iscritti cioè all’Assicurazione Generale Obbligatoria e ai fondi di previdenza sostitutivi dell’AGO (Circolare Inps 82/1994), in possesso di contribuzione al 31.12.1995 (Inps 65/1995).

Il beneficio, pertanto, non può essere esercitato dai lavoratori autonomi nè dai pubblici dipendenti (Circolare Inpdap 16/1993).

Ape Sociale

L’APE sociale è una prestazione assistenziale erogata dall’INPS  ai lavoratori che hanno raggiunto almeno 63 anni di età e che non siano titolari di pensione diretta in Italia o all’estero.

La prestazione viene corrisposta fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, ovvero fino al raggiungimento dei requisiti della pensione anticipata. L’importo dell’assegno pensionistico non può superare 1.500 euro, inoltre, non va né rivalutato né integrato al minimo.

Requisiti

I requisiti richiesti per poter accedere all’APE Sociale sono:

  • almeno 63 anni di età;
  • maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia entro i 3 anni e 7 mesi successivi all’inizio dell’Ape.

Inoltre è necessario rientrare in una di queste 4 categorie di tutela:

  • lavoratori disoccupati senza ammortizzatori sociali che hanno maturato almeno 30 anni di contributi;
  • lavoratori disabili con una percentuale di invalidità del 74% e con almeno 30 anni di contributi;
  • lavoratori con almeno 30 anni di contributi che assistono da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con disabilità (Caregiver);
  • lavoratori che hanno svolto lavoro faticoso e pesante e rientrano nelle “attività gravose”, il lavoro dovrà essere stato svolto per almeno 6 degli ultimi 7 anni e hanno almeno 36 anni di contributi.

APE Volontaria: requisiti

L’Ape volontaria è un’opzione irreversibile, a differenza dell’Ape sociale, non ci sono preferenze per disoccupati o invalidi.
L’APE volontaria si rivolge a tutte le categorie di lavoratori e lavoratrici con età anagrafica pari o superiore ai 63 anni e che maturano entro 3 anni e 7 mesi il diritto a una pensione di vecchiaia d’importo, certificato dall’INPS, non inferiore a un certo limite.

Per accedere al prestito è necessario, al momento della richiesta:

  • avere un’età anagrafica di 63 anni di età ed essere in possesso di almeno 20 anni di contributi;
  • maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro tre anni e sette mesi;
  • avere un importo della futura pensione mensile, pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’AGO;
  • non percepire assegno di invalidità o pensione diretta.

Una valida alternativa la pensione RITA

Un’ altra alternativa interessante è la Rendita integrativa RITA, inserita con la manovra 2018, la rendita integrativa temporanea anticipata diventa accessibile quando mancano cinque anni alla pensione, non viene più previsto il requisito anagrafico dei 63 anni, resta invariato il requisito contributivo di 20 anni di contribuzione versata.

Quindi, considerando che da gennaio 2018 l’età pensionabile sarà per tutti 66 anni e 7 mesi, si presuppone che potranno chiedere la pensione i lavoratori con 61 anni e sette mesi di età con una contribuzione versata di 20 anni.

Conclusioni

In quest’articolo abbiamo esaminato tutte le alternative per uscire prima dal lavoro, analizzando anche i benefici che possono usufruire le persone con invalidità, e se sono dipendenti pubblici o privati.

Al nostro lettore consiglio di recarsi al patronato e con loro valutare la sua posizione e la convenienza delle varie forme previdenziali in base alle sue esigenze.

Se hai domande o dubbi, contattami: [email protected]

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