Amazon è ormai il protagonista delle vicende più mediatiche e assurde. Prima gli scioperi a oltranza dei dipendenti del centro logistico di Piacenza, poi la vicenda del braccialetto elettronico, in ultimo l’affaire legato al progetto di voler effettuare le spedizioni da solo e i licenziamenti dei dipendenti a Seattle. E ora? Sembra che qualcuno faccia spedizioni tramite il colosso dell’e-commerce, inviando sex toys in giro per il mondo e violando le regole di Amazon. Il bello è che nessuno, al momento, è al corrente di chi possa essere il mittente e del motivo di queste spedizioni strane.
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La vicenda ha avuto risalto grazie ad alcune segnalazioni partite da ignari utenti che si sono visti arrivare il fattorino a casa con un pacco di Amazon. Dapprima la sorpresa del pacco in quanto, per la maggior parte, non erano stati effettuati ordini e poi lo sconcerto nel vedere che dentro il pacco c’erano sex toys oppure oggetti erotici di ogni tipo. La questione diventa ancora più sbalorditiva se si pensa che non c’è un mittente noto, gli interessati hanno chiamato l’assistenza ma per ragioni di riservatezza non è stato possibile conoscere il nome di chi ha inviato il pacco.
Per una donna che aveva ricevuto un vibratore e altri oggetti si era addirittura parlato di cyberstalker ma i pacchi spediti a caso hanno fatto il giro del mondo e hanno colpito persino famiglie e università americane. Un gruppo aveva ricevuto un giocattolo sessuale maschile chiamato Fleshlight del valore di migliaia di dollari. La realtà è che per la maggior parte dei pacchi, si tratta proprio di oggetti erotici. La notizia è stata riportata da Daily Best, che ha anche raccolto le parole di un portavoce del colosso: “Confermiamo che i venditori coinvolti non hanno ricevuto nominativi e indirizzi di spedizione da Amazon.
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La realtà del conto fittizio per incassare recensioni positive
Una teoria uscita fuori da alcuni addetti di Amazon farebbe riferimento alle recensioni di revisione verificate che si basano appunto sugli acquisti verificati di alcuni utenti che hanno acquistato determinati prodotti. Queste recensioni insomma avrebbero un peso diverso e alcuni venditori, secondo questa teoria, potrebbero inviare a sconosciuti i loro oggetti usando conti fittizi per ricevere recensioni positive e farli così emergere nei risultati di ricerca. Una tesi molto particolare ma non da scartare visto che alcuni dei mittenti legati a questa vicenda avevano notato che il nome del finto mittente e della carta di credito utilizzata erano diversi. La truffa pare già nota ed è chiamata “verified review hacking”. Un’altra gatta da pelare per il gigante americano.
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