La performance dei mercati globali nel primo trimestre dell’anno è negativa sia sull’azionario che sull’obbligazionario. In valuta Euro, l’indice MSCI World è sceso del 2,8%, mentre il mercato global fixed income chiude il trimestre al ribasso dello 0,7%. Le note positive provengono dal mercato dei governativi Euro, dai titoli globali indicizzati all’inflazione e dai convertibili.
L’analisi della performance
La performance negativa degli investimenti a rischio è molto probabilmente dovuta a tre fattori principali:
- Congiuntura: Nonostante la perdurante fase di espansione globale, sono in molti a chiedersi se il ciclo sia vicino allo zenith e possa rallentare nei prossimi trimestri.Questo rischio è enfatizzato dal livello dei tassi d’interesse ufficiali, che anche negli Stati Uniti sono storicamente molto bassi. L’ipotesi di un ciclo globale oltremodo maturo va considerata alla luce della view di consenso, chiaramente sbilanciata verso una crescita globale solida e sicronizzata.
- Politica commerciale aggressiva della amministrazione Trump: Se gli effetti diretti della “guerra dei dazi” appaiono modesti, regna l’incertezza per quel che riguarda le contromisure e l’impatto negativo sul sentiment.
- Fattori tecnici: Sottoperformance parzialmente localizzata agli indici tecnologici e a prodotti a leva particolarmente sensibili alla volatilità di mercato.
In termini di allocazione, i nostri portafogli mantengono un profilo del rischio leggermente sbilanciato a favore dell’azionario e del credito, a fonte di una sostanziale riduzione del rischio di duration. Ovviamente la strategia si basa su proiezioni di crescita ottimistiche, che siamo pronti a rivedere qualora si verifichi un effetto di spillover negativo dai mercati finanziari alle economie reali.
Italia: Tutto considerato è andata anche bene!
Nel contesto dei mercati dell’Eurozona, l’Italia ha svolto un ruolo di spicco sia sull’equity (FtseMIB +2,5%) che sui titoli di stato (+2,4%). In termini globali, l’Italia è uno dei pochi paesi con performance positiva su tutto lo spettro delle classi di attivo.
Va comunque considerato che il rischio politico non sembra per ora aver sortito alcun effetto negativo sugli indici Italiani. Indici sostenuti sia dal posizionamento degli investitori, che dalla sorprendente ripresa degli aggregati macroeconomici, dalla riduzione delle sofferenze bancarie nonché da innovazioni a livello di prodotti come per esempio i PIR. Per il prossimo trimestre sarebbe lecito aspettarsi un’ulteriore sovraperformance relativa agli indici globali, se non altro dovuta alla scarsa esposizione del paese al settore hi-tech e al posizionamento abbastanza leggero degli investitori globali sul rischio paese.