Gent.ma Sig.ra Patrizia,
con la presente le chiedo informazioni relative alla quota 41 dei precoci. Io sono nato il 17/o5/1960 e ho iniziato a lavorare nel settembre 1976, dall’1 Agosto 2016 sono a casa con un esodo dalle Poste Italiane e sono iscritto attualmente alla disoccupazione, potrei sapere quando potrò andare in pensione e se si, ci potrò andare come lavoratore precoce ?
Pur essendo un lavoratore precoce e rientrando nella schiera dei disoccupati non può rientrare nella quota 41 dei lavoratori precoci.
Uno dei requisiti fondamentali per poter accedere al beneficio, riservato a lavoratori bisognosi di tutela, è infatti quello di aver perso involontariamente il proprio lavoro, aver avuto accesso agli ammortizzatori sociali spettanti e averli terminati da almeno 3 mesi.
L’esodo, o incentivo all’esodo, è un accordo sottoscritto tra datore di lavoro e dipendente per la cessazione del rapporto di lavoro in cambio, appunto, di un incentivo. Il lavoratore, quindi, non perde involontariamente il proprio lavoro ma è consapevole che accettando l’esodo resterà disoccupato, ed è proprio per questo motivo che con l’esodo non si ha diritto agli ammortizzatori sociali.
Quando potrò andare in pensione?
Da quel che mi scrive lei ha poco più di 40 anni di contributi e 58 anni di età. Le strade per il suo pensionamento sono, quindi, essenzialmente 2: attendere la pensione di vecchiaia a 67 anni o lavorare per altri 3 anni per accedere alla pensione anticipata con 43 anni e 3 mesi di contributi. In alternativa, trovando un altro lavoro e raggiungendo gli anni di contributi necessari per la quota 41, se dovesse rimanere disoccupato involontariamente potrebbe accedere alla quota 41, ovviamente.
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