Nestlè e Starbucks, accordo da capogiro per vendere il caffè: che cosa cambia adesso

Nestlè e Starbucks: un matrimonio milionario che rivoluziona il mondo del caffè e delle caffetterie.
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7 anni fa
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E’ nata un’alleanza miliardaria tra il colosso Nestlè e la catena internazionale di caffetterie Starbucks. Il gruppo svizzero ha ottenuto la licenza per commercializzare i prodotti marchiati Starbucks, Seattle Best Coffee, Starbucks Reserve, Teavana, Starbucks Via e Torrefazione Italia, un affare che è costato 7,15 miliardi di dollari e che frutterà un business di 2 miliardi all’anno, come ha anche sottolineato il numero uno Mark Schneider: “Con Starbucks, Nescafé e Nespresso raggruppiamo tre marchi iconici nel mondo del caffè”. Per il gruppo svizzero si tratta di conquistare il mercato nordamericano scalzando la rivale JAB Holding.

Che cosa cambierà

Starbucks darà  l’autorizzazione a vendere i prodotti a base di caffè nei supermercati, nei ristoranti e nelle attività di catering mentre sono escluse dall’accordo le attività fisse ossia i locali Starbucks e le bevande “ready to drink”. Il colosso delle caffetterie continuerà a produrre i prodotti del caffè nel mercato del Nord America, mentre Nestlé punterà alla produzione nel resto del mondo pagando le royalitis a Starbucks.

Non essendo previsto nessun passaggio di asset l’operazione dovrebbe essere agevole ed avvenire entro il 2019. A cambiare saranno invece 500 dipendenti di Starbucks che andranno a Nestlè anche se le direttive continueranno a giungere da Seattle. In sostanza, il gruppo svizzero si è assicurato la vendita, anche al di fuori delle caffetterie, dei prodotti a marchio Starbucks in un settore in cui molti produttori hanno iniziato nuovi progetti di investimento per aprire caffetterie a marchio proprio cercando, nel contempo, di farsi largo in quei mercati ostici. In Italia, ad esempio sta per aprire la prima caffetteria Starbucks in Italia (l’inaugurazione a settembre in piazza Cordusio), un anno fa ci fu l’apertura della prima caffetteria Lavazza.

La rivoluzione delle caffetterie

Quella milanese sarà un pò la rivoluzione di Starbucks: 2400 metri quadri con 150 dipendenti nell’ex palazzo delle Poste, mentre le miscele saranno prodotte da coltivatori indipendenti.

D’altronde era necessario guadagnarsi la stima del paese del caffè per antonomasia. Lavazza ha seguito ugualmente un piano espansivo puntando ad una caffetteria gourmand con torrefazione Fresh Roasted mantenendo la caratteristica e dell’identità italiana. Lo scorso anno Lavazza ha acquisito la francese Carte Noire, marchio noto negli Stati Uniti e la canadese Kicking Horse Coffee mentre di recente si è aperta al business del caffè solubile grazie alla miscela Prontissimo, distribuita da Alitalia. Ma non ci sono soltanto Starbucks e Lavazza: il mercato è in espansione, vale 50 miliardi e in lizza spiccano anche altri nomi noti tra cui  Illy, Segafredo, Mc Donald’s e Dunkin’ Donuts.

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