Nelle cause di separazione e mantenimento figli accade non di rado che uno dei due ex coniugi occulti redditi in entrata (ad esempio tramite lavoro in nero) per abbassare il proprio tenore di vita. Può essere interesse di chi deve ricevere l’assegno di mantenimento ma soprattutto di chi è tenuto a pagarlo. Cosa fare se l’ex marito tenuto al mantenimento dei figli lavora in nero e si rifiuta di pagare?
Purtroppo probabilmente molte lettrici si ritroveranno in questa spiacevole situazione.
Come provare redditi da lavoro in nero dell’ex
Il tenore di vita non si evince solo dalla busta paga. I giudici nelle causa di separazione e divorzio possono richiedere documenti come le visure al Pra, estratti dei conti correnti bancari etc.
Se i documenti a disposizione dei giudici non bastano a ricostruire l’effettivo tenore di vita, è interesse della controparte portare tutto il materiale probatorio utile a dimostrare che l’ex abbia disponibilità economiche superiori a quelle dichiarate. Non solo documenti cartacei ma anche testimonianze di persone a conoscenza dei fatti possono essere utili a sostenere la propria causa e far valere i propri diritti in tribunale.
Si può far pedinare l’ex da un investigatore per dimostrare che lavora?
Anche incaricare un investigatore privato è una soluzione a cui molti pensano. E’ bene sapere però che la relazione ha un mero valore indiziario. Più utile potrebbe essere se l’investigatore si rende anche disponibile a testimoniare di persona.
Quindi l’ex che ha diritto al mantenimento deve fare tutto da solo? Non proprio.
Una volta dimostrati, i redditi da lavoro in nero, concorrono a formare il tenore di vita (così ad esempio si veda sentenza Cassazione n.21047/2004).
Per ulteriori dubbi o richieste di informazioni sull’obbligo di mantenimento dei figli scrivi in redazione all’indirizzo [email protected].