Il docente universitario Ugo Bardi, della facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali a Firenze, ha scritto un pezzo sul caro-benzina, di cui abbiamo parlato diffusamente nei giorni scorsi (vedi il caso dell’Austria, accusata di fare dumping ai danni dell’Italia per “conquistare” i rifornimenti dei Tir all’interno dei propri confini). Sulla rete autostradale italiana, nello specifico lungo l’autostrada del Brennero, al confine con l’Austria, il prezzo della benzina (al servito) ha raggiunto in alcuni distributori la soglia psicologica dei 2 euro, con il gasolio a 1,9 euro.
No, no e no
Delle quattro tematiche affrontate, soltanto l’ultima contiene le due soluzioni positive, mentre le altre tre vengono scartate. Partiamo prima dai no professati da Ugo Bardi. Il primo è all’indirizzo del metano. Secondo il docente della facoltà del capoluogo di Firenze, il metano non è un combustibile ecologico e, come tale, dovrebbe uscire immediatamente dalla scena. Per spiegare il suo concetto, Bardi accosta al metano le cosiddette emissioni fuggitive, le quali creerebbero più danni rispetto a quanto già non faccia il carbone. No ai biocarburanti, come biodiesel e bioetanolo, la cui resa è inferiore rispetto a benzina e diesel e, soprattutto, questi utilizzano motori inquinanti e a bassa efficienza. Maglia nera anche per il biogas, nonostante ci sia una precisazione da fare a riguardo. Se il biogas (o biometano) offre dei vantaggi dal punto di vista delle emissioni di inquinanti, dall’altra parte non è sufficiente a coprire l’intero fabbisogno del parco vetture a livello internazionale.
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Le due soluzioni
Ugo Bardi evidenzia due soluzioni contro il caro-benzina, complementari tra loro. La prima: il passaggio dai motori a combustione interna ai motori elettrici. La seconda soluzione, come detto complementare alla prima, è retrofittare le automobili a benzina e diesel trasformandole in auto elettriche.
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