Difficoltà a pagare il mutuo, la banca non accetta trattative e minaccia la vendita all’asta, si chiede maggior tutela

La storia di una mamma con due adolescenti, non riesce a pagare il mutuo, chiede alla banca il rateizzo e la banca minaccia di vendere la casa all'asta, ecco cos'è successo.
6 anni fa
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La storia di tanti italiani che non sanno come sopravvivere al peso del mutuo e delle tasse. Un comunicato di Confedercontribuenti, evidenzia la storia di Lorena Agnello mamma di due adolescenti di 14 e 11 anni, romana, che ha contratto  tredici anni fa un mutuo per ristrutturazione  della prima casa con l’allora Banco di Roma di 50.000 €, poi diventato Unicredit. A quel tempo la signora era sposata, lavorava a tempo pieno con un reddito familiare che gli consentiva di potere pagare regolarmente le rate del mutuo.

La crisi e la separazione rendono tutto difficile

Poi giunse la crisi familiare e la separazione, con nessun sostegno da parte del marito. Ma al danno la beffa di avere perso il lavoro e di essere stata riassunta a part time da una azienda con uno stipendio di circa 550,00 euro al mese. Nel 2014 è costretta ad interrompere il regolare pagamento delle rate, ma malgrado la situazione di difficoltà la signora ha cercato di fare fronte al residuo debito di 40.000 euro, anche pagando acconti da 50 euro.

La banca Unicredit cede il credito, continuano i tentativi per trovare una soluzione

Ma Unicredit ha ceduto a Do-Bank il credito e nonostante  i tentativi della Signora, di proporre un piano di pagamento a 200 euro mese o in alternativa grazie all’aiuto del padre un saldo e stralcio di 25.000,00, dagli uffici della società di riscossione crediti arriva un netto no a qualsiasi ipotesi di chiusura della posizione debitoria, con la consueta minaccia di una prossima messa all’asta dell’immobile.

L’appello di Confedercontribuenti

Un caso come migliaia, dicono da Confedercontribuenti che sta seguendo il caso, e intende porlo all’attenzione del Governo e del Ministero competente, visto che gli istituti bancari continuano a cedere i loro crediti a società specializzate ad un valore medio che non va oltre il 20% (i famosi NPL) e invece non accetta una proposta transattiva, fatta dalla Signora in cui l’istituto recuperebbe il 62.5%.

Diventa assolutamente necessario che il Governo, afferma Carmelo Finocchiaro, presidente nazionale di Confedercontribuenti, si faccia carico di una norma legislativa per cui diventa “prioritario” “cartolarizzare” i debiti in contenzioso direttamente con il soggetto contraente.

Aspettiamo, sottolinea Giovanni Mangano della direzione Confedercontribuenti, un cambio di passo nelle politiche bancarie, che possano portare alla tutela delle giuste esigenze del debitore e del creditore, nel momento in cui la grave crisi economica ha prodotto centinaia di situazioni uguali a quelli della Signora Lorena. Lo diciamo perchè  tanta gente disperata ha intrapreso in un recente passato scelte drammatiche.

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