Legge di Bilancio: pensioni, reddito di cittadinanza, flat tax e non solo, la missione del ministro Tria

Sul reddito di cittadinanza e sulla flat tax il governo dovrebbe adottare scelte conservative.
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6 anni fa
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Riforma pensioni, reddito di cittadinanza, flat tax. Sono soltanto 3 delle 7 fatiche con cui Giovanni Tria deve confrontarsi in occasione della prossima legge di Bilancio. In un approfondimento di PMI.it, vengono elencate le cosiddette “sette camicie da sudare”, in riferimento al difficile compito che spetta al ministro dell’Economia. Se da una parte i conti devono tornare, è pur vero che gli italiani vogliono risposte concrete da parte del governo. Le pensioni restano una patata bollente da affrontare, così come non si prevedono passerelle né per il reddito di cittadinanza, misura simbolo del Movimento 5 Stelle, né per la flat tax, elemento cardine nel programma elettorale del Centrodestra alle ultime elezioni.

Le 7 fatiche della legge di Bilancio

La riforma pensioni prevede il superamento della legge Fornero. Lo strumento attraverso cui il governo intende mantenere la promessa è quota 100, inserita nel contratto di governo. C’è però un problema di risorse, visto che quota 100 non è una misura a costo zero. Per questo motivo, prende sempre più corpo l’ipotesi di un provvedimento che abbia il paletto dei 64 anni di età e 36 di contributi, così da poter abbassare drasticamente la spesa (tra i 3 e 3,5 miliardi di euro).

Sul reddito di cittadinanza e sulla flat tax il governo dovrebbe adottare scelte conservative, anche se Di Maio e Salvini hanno confermato novità fin dal prossimo anno (2019 ndr).

Il ministro dell’Economia Tria è chiamato poi a disinnescare la clausole di salvaguardia, dal valore di 12,4 miliardi (corrispondente agli aumenti dell’IVA).

C’è anche la voce spread. In occasione della nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza), il rischio reale è che lo spread possa tornare a sfondare il muro dei 300 punti.

In tutto questo discorso, va poi sottolineata l’importanza di non sforare la soglia del 3 per cento del rapporto debito/PIL, pena sanzioni ingenti da parte dell’Unione Europea.

Fondamentali saranno le coperture, che dovrebbero arrivare dalla cosiddetta pace fiscale, dalla spending review e dall’eliminazione degli sgravi fiscali.

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