Esonero visita fiscale senza specificare la malattia: è possibile?

Depressione o disturbi psicologici: si può avere esenzione dalla visita fiscale senza spiegare di che cosa si soffre o il datore di lavoro ha diritto di saperlo?
6 anni fa
1 minuto di lettura
tassa sull'ombra

Abbiamo visto in questo articolo che la depressione rientra tra le patologie che danno diritto all’esenzione dell’obbligo di reperibilità. Significa che il dipendente a casa per depressione non è a rischio di visita fiscale. Attenzione però perché l’esonero dai controlli del medico Inps non sono automatici: occorre che il medico curante flagghi nel certificato medico il codice E, in cui rientrano appunto le patologie che danno diritto ad esenzione dall’obbligo di reperibilità e visita fiscale, tra i quali appunto è fatta rientrare anche la sindrome depressiva.

Questo intuitivamente ha un senso perché chi è depresso non deve necessariamente stare a casa anzi uscire all’aria aperta, anche andare al mare, può essere di aiuto. Tuttavia la decisione è a discrezione del medico curante nel senso che è lui che decide se apporre il codice E nel certificato e, quindi, stabilire l’esenzione dalla visita fiscale.

Ma va anche detto che il dipendente potrebbe essere in imbarazzo nel dover ammettere di essere depresso o avere altri problemi psicologici. Che fare dunque? “Inventarsi” altri sintomi per stare a casa senza ammettere tali disturbi reali e, quindi, rinunciare all’esenzione dalla visita fiscale imponendosi di rispettare le fasce orarie di reperibilità?

In realtà abbiamo già accennato in questo articolo che il datore di lavoro non può pretendere di conoscere la diagnosi della malattia ma solo la prognosi. Se questa è la richiesta quindi il medico curante può limitarsi a prevedere la categoria E ma senza dare troppe indicazioni al datore di lavoro.

Perché abbiamo voluto precisare questo diritto? Attenzione: l’articolo non vuole assolutamente lasciare intendere che ci sia qualche motivo per cui vergognarsi se si hanno problemi di depressione, ansia etc. Ma è opportuno che il dipendente sappia in che modo è tutelata la sua privacy e sia libero di decidere se rendere noti o no i proprio problemi psicologici.

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

pensioni
Articolo precedente

Pensioni internazionali, cambiano le regole, le ultime novità

Lavoro e robot
Articolo seguente

Robot e intelligenza artificiale: rivoluzione entro 2025, quali lavori rischiano e quali no