La carta del reddito di cittadinanza, così come ideata da Di Maio per l’utilizzo vietato alle cd “spese immorali”, potrebbe comunque lasciare spazio al rischio di truffe. Su questo il leader 5 Stelle è stato molto chiaro garantendo sanzioni dure e carcere per chi percepisce il reddito di cittadinanza non avendone diritto o per usi impropri della carta. Ma basterà il pugno duro a scoraggiare male intenzionati? Il timore che non sarà così è stato esposto in un comunicato Aduc in cui il segretario Primo Mastrantoni mette in evidenza un possibile rischio di truffa:
“Un cittadino, titolare del reddito di cittadinanza, ovvero della carta con la quale può effettuare acquisti “morali”, si presenta da un fornitore di beni, un negoziante convenzionato, per esempio.
Risultato: il commerciante trae utilità dalla merce che non consegna, il cittadino si procura denaro, i 25 euro appunto, che spenderà a suo piacimento e lo Stato, cioè noi, paga 50 euro di acquisti non effettuati.
Ovviamente, come abbiamo detto, questo è un brutto pensiero, che sarà sconfitto dal vicepremier Di Maio, il quale metterà in atto tutti i possibili controlli per evitare truffe. Già ha dichiarato che per i truffatori ci sarà la galera per sei anni, misura da associazione mafiosa, che sicuramente scoraggerà tutti quelli che vogliono truffare lo Stato”.
Di qui il comunicato stampa conclude: “Speriamo che le misure che Di Maio metterà in atto siano efficaci, anche se rileviamo che nel nostro bel Paese ci sono ben 10 milioni di evasori, l’evasione fiscale ammonta a 108 miliardi di euro l’anno e l’economia non osservata, cioè nera, è di 208 miliardi l’anno.