L’ultimo emendamento alla Legge di Bilancio 2019 in merito alla deducibilità Imu sugli immobili strumentali delle imprese portata al 40% ha ottenuto il favore della CNA (si veda emendamento n. 4.021 alla Legge di Bilancio 2019 apportante modifiche all’art. 14, comma 1 del Dlgs n. 23/2011). Può essere considerato un primo passo verso l’abolizione dell’IMU beni strumentali?
Dal 2019 i beni immobili strumentali all’attività di impresa, tra i quali rientrano anche i capannoni, godranno di una deducibilità raddoppiata. Si potrà portare in detrazione ai fini Irpef e Ires il 40%.
In un comunicato stampa della CNA datato 3 dicembre 2018, si legge espressamente: “Compiuto un passo importante verso la deducibilità integrale dell’Imu sugli immobili strumentali, un atto di giustizia fiscale. Come il governo aveva promesso alla CNA, un emendamento alla manovra raddoppia l’attuale livello di deducibilità dal 20 al 40 per cento riconoscendo, sia pure parzialmente, che gli immobili strumentali – capannoni, laboratori, negozi – non costituiscono un bene di lusso ma sono indispensabili all’attività d’impresa e alla creazione di lavoro. Avevamo chiesto al governo atti concreti in favore degli artigiani e delle piccole imprese. Ieri si è cominciato a passare dalle parole ai fatti. Confidiamo che, nell’ancora lungo iter di approvazione della manovra, l’emendamento ne diventi parte integrante. Ora ci attendiamo ulteriore attenzione da parte del governo e del parlamento nei confronti degli artigiani e delle piccole imprese, a cominciare dalla riduzione dei premi Inail e dall’abolizione del Sistri” .
Obiettivo finale quindi resta l’abolizione dell’IMU sui beni strumentali di impresa.
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