Prescrizione Bfp: come fare per avere il rimborso

Caratterstiche, tipologie e prescrizione dei buini fruttiferi postali di Poste Italiane.
6 anni fa
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I buoni fruttiferi postali cartacei si prescrivono dopo dieci anni dalla loro scadenza. Dopo tale data si determina la decadenza dal diritto al rimborso sia del capitale investito che degli interessi maturati secondo quanto recita l’articolo 8, comma 1 del D.M del 19 dicembre 2000. Ecco i dettagli più precisi.

I buoni fruttiferi postali

I bfp di Poste Italiane garantiscono ai risparmiatori di ricevere in ogni momento in cui lo si richiederà il capitale versato con gli interessi maturati (qualora si rispetteranno i tempi) che matureranno con il trascorrere degli anni.

I buoni fruttiferi sono uno dei prodotti finanziari più antichi e diffusi nel nostro paese. La loro apparizione sul mercato, infatti, viene datata 1924. Essi sono disponibili in due tipologie: i cartacei che dovranno essere custoditi gelosamente e presentati al momento del rimborso e i dematerializzati. Questi ultimi saranno rappresentati da una scrittura contabile e necessiteranno di un conto di regolamento (libretto di risparmio postale o conto corrente BancoPosta). Alla scadenza, poi, a differenza di quelli cartacei, l’accredito del montante maturato avverrà direttamente sul conto di regolamento per cui quest’ultimo non potrà essere estinto qualora vi siano ancora buoni in vita.

Tipologie Bfp di Poste Italiane

I buoni fruttiferi postali si potranno sottoscrivere sia recandosi presso uno degli innumerevoli uffici postali ubicati in Italia e, in alcuni casi, mediante l’ausilio di internet. Le tipologie dei buoni saranno diverse: tra queste segnaliamo gli ordinari con una durata ventennale ed un rendimento annuo a scadenza del 2,85%, quelli 3×4 ideali per chi vorrà investire fino a 12 anni con un rendimento a scadenza del 2,25% e quelli 3×2 per chi vorrà investire fino a 6 anni e avere un rendimento annuo a scadenza dell’1,50%.

Prescrizione buoni

I buoni fruttiferi postali rappresentati dal documenti cartacei nominativi cadranno in prescrizione dopo 10 anni dalla scadenza del titolo. Con la prescrizione verrà meno il diritto al rimborso sia del capitale investito che degli interessi.

I buoni dematerializzati, invece, non potranno cadere mai in prescrizione in quanto verranno rimborsati alla scadenza e l’importo sarà accreditato sul conto di regolamento dell’intestatario.

Poste Italiane comunica che la titolarità dei buoni emessi dal 18 novembre 1953 fino al 13 aprile 2001 sarà del Ministero dell’Economia e delle Finanze per cui l’importo sarà prescritto a favore del  Ministero. Dopo tale data, invece, l’importo sarà a favore della Cassa Depositi e Prestiti S.p.a. Poste invita quindi la clientela a controllare attentamente la data di scadenza onde evitare che essi vadano in prescrizione. Qualora tale data non sia leggibile sul titolo si potrà consultare sul sito delle Poste.

Leggete anche: Tassazione buoni fruttiferi postali e liquidazione anticipata sugli interessi maturati.

alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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