Smart working: vantaggi e svantaggi per i lavoratori agili e perché ha successo

Crescono le aziende che optano per lo smart working ma ci sarebbero anche degli svantaggi.
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6 anni fa
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Si parla molto di smart working e di come questo potrebbe cambiare il mondo del lavoro nel futuro. In un mercato italiano in cui il tasso di disoccupazione resta tra i più alti, così come il numero di precari o lavoratori in nero, una boccata d’aria per un cambio radicale potrebbe essere rappresentato dallo smart working. Si tratta del lavoro gestito da casa, una modalità che ormai riguarda non solo il telelavoro per chi opera online ma anche molte aziende americane che si dicono soddisfatte dei risultati dello smart working e sulla produttività dei dipendenti.

Vantaggi e svantaggi dello smart working

Soltanto in Italia, secondo una recente indagine, sarebbero 480mila i lavoratori agili e le aziende che hanno iniziato ad operare in questo modo si dicono altamente soddisfatte. Un numero molto più alto riguarda gli Usa, dove i lavoratori smart aumentano a dismisura.

Tra i vantaggi dello smart working c’è sicuramente il costo minore per l’impresa che può abbattere varie spese legate anche al tipo di contribuzione. Per il dipendente il vantaggio è poter lavorare da casa o comunque non dover per forza operare in ufficio o in una sede specifica potendo fare conto su un telefono o un computer. Secondo un recente articolo di Business Insider, però, lo smart working determinerebbe anche degli svantaggi e non solo vantaggi. Alcuni esponenti aziendali avrebbero fatto notare come il lavoro agile non regali grosse opportunità di crescita ma non sarebbero solo queste le pecche.

Le pecche da considerare

In primis si considera l’esclusione dalla cultura aziendale: lavorare da remoto limita fortemente i rapporti umani e la crescita di questi. Alcuni grandi colossi come Facebook, hanno creato degli spazi ricreativi per i dipendenti in modo da poter alternare il lavoro allo svago aiutando così  a coltivare i rapporti tra colleghi. E’ vero anche che questo può valere per grandi colossi come Google o Facebook appunto ma non per la maggior parte di piccoli o grandi aziende dove non esistono palestre e spazi ricreativi per dipendenti.

Un altro svantaggio è rappresentato dalle scarse possibilità di carriera e la bassa produttività. Nel caso dei lavoratori che operano da casa la produttività è inferiore rispetto al lavoratore tradizionale perché operando in una sede che non è l’ufficio si tende a non dare la giusta importanza alle mansioni. Una tesi che però sembra essere stata smentita da un altro studio in cui si affermava che i dipendenti che lavorano negli uffici rumorosi tendono ad essere distratti di frequente rispetto ad un luogo solitario. La scarsa possibilità di carriera, invece, si manifesta in particolare nei lavoratori agili che avrebbero più possibilità di rimanere ancorati ad uno status o una posizione senza progredire.

Un problema manifestato da molti dipendenti che operano con lo smart working è la reperibilità. Molti pensano che dover lavorare da remoto significhi essere operativi a tutte le ore del giorno, creando dunque una sorta di disagio nel soggetto, che a tutte le ore si sente braccato.

Nonostante tutto lo smart working è in crescita e chi opera già come lavoratore agile difficilmente rinuncerebbe a questa condizione.

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